Una delegazione israeliana è arrivata al Cairo, in Egitto, per incontrare i mediatori e cercare una svolta nei negoziati con Hamas per un cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi da Gaza. Lo riporta il Times of Israel, citando il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed. La delegazione ha già incontrato alti funzionari egiziani. Secondo quanto riferito dai media locali, i mediatori Qatar ed Egitto avrebbero proposto una bozza di cessate il fuoco della durata compresa tra cinque e sette anni, la fine formale della guerra, il ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi. L’agenzia per la difesa civile di Gaza ha accusato l’esercito israeliano di aver condotto “esecuzioni sommarie” con l’attacco del mese scorso, quando ha condotto i raid nei quali sono stati uccisi 15 operatori sanitari. “I video girati da uno dei paramedici dimostra che la narrativa dell’occupante israeliano è falso e che sono state condotte esecuzioni sommarie”, ha denunciato all’Afp Mohammed Al-Mughair, funzionario della difesa civile della Striscia, accusando Israele di cercare di “aggirare” gli obblighi previsti dal diritto internazionale. I raid israeliani risalgono al 23 marzo scorso, cinque giorni dopo la ripresa dell’offensiva israeliana contro Gaza: tra le 15 vittime, colpite ‘deliberatamente’ da Israele secondo le accuse, c’erano otto membri dello staff della Croce rossa, sei dell’agenzia di difesa civile di Gaza e uno dell’Unrwa. Il rapporto diffuso ieri da Israele dopo l’indagine condotta dall’esercito sostiene che “non ci siano prove per sostenere l’accusa di esecuzione o di attacco indiscriminato” da parte dei soldati, pur ammettendo “un errore operativo” che ha portato al licenziamento di un comandante. Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha dichiarato che il ritorno a casa degli ostaggi da Gaza “non è l’obiettivo più importante” del governo. “Dobbiamo dire la verità, il rientro degli ostaggi non è la cosa più importante”, ha detto intervenendo in un’intervista a Radio Galey Israel. “È ovviamente un obiettivo molto importante, ma se si vuole distruggere Hamas in modo che non ci possa essere un altro 7 ottobre, bisogna capire che non può esserci una situazione in cui Hamas rimanga a Gaza”, ha aggiunto. Hamas detiene ancora 59 ostaggi che promette di restituire in cambio della fine della guerra e del ritiro di Israele dalla Striscia. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha invece ripetutamente affermato di non essere disposto a porre fine alla guerra finché Hamas non sarà completamente smantellata.
Bombe israeliane su Gaza, dal 18 marzo quasi 1900 morti e 5000 feriti
