E’ in atto una controversia tra l’associazione Pro Vita e l’amministrazione comunale di Santa Marinella riguardo a una campagna di affissioni promossa da Pro Vita e Famiglia. La campagna, caratterizzata da manifesti con immagini di bambini e adolescenti con zaini scolastici, chiede una legge che limiti o vieti progetti scolastici sulla fluidità di genere e tutela il ruolo dei genitori nel controllo delle attività sensibili dei figli, come i corsi relativi alle teorie di genere. Le richieste principali sono:
- L’introduzione di un consenso informato preventivo dei genitori per attività scolastiche sensibili.
- La possibilità di esonerare i figli dai corsi di teoria di genere.
- La presenza di attivisti LGBTQ nelle scuole, che il Circolo di Pro Vita e Famiglia vuole impedire. Il gruppo sostiene che nelle scuole si stiano verificando ingressi di attivisti LGBTQ, spesso travestiti da esperti, che parlano di transizione di genere senza il consenso dei genitori, creando un ambiente che percepiscono come ideologicamente orientato e che esclude le famiglie. La consigliera comunale Maura Chegia esprime una posizione contraria ai manifesti, criticandoli come fuorilegge e offensivi, ritenendo che alimentino odio e discriminazione, e sottolineando che i manifesti sfruttano paure infondate e sono distorsioni della realtà. Ricorda inoltre che la legge 156 del 2021 vieta messaggi sessisti e lesivi, e che ogni attività scolastica che coinvolga i minori dovrebbe sempre essere autorizzata preventivamente dai genitori. In sintesi, si tratta di un conflitto tra le posizioni di tutela della libertà educativa e delle scelte familiari da una parte, e di un’istanza di opposizione alle tematiche di genere e di inclusione LGBTQ+ nelle scuole dall’altra.