Guardando dipinti e fotografie monta pian piano quella nostalgia per Roma com’era. Già, ma come era Roma? Ce lo raccontano dipinti, reperti, plastici e fotografie raccolti nel palazzo Braschi , affacciato su Piazza Navona, sede del museo dagli anni ’50. Sala dopo sala al secondo piano le vedute della città eterna, le feste, i luoghi iconici si rincorrono sulle pareti e raccontano le forme di una città organismo vivente in perenne trasformazione. Mutamenti a cui è dedicato l’intero terzo piano dove le fotografie storiche di rioni scomparsi, scavi e cantieri, porti fluviali testimoniano le fasi dei lavori e dipingono il volto di una Roma sparita. Al secondo piano accoglie i visitatori John Staples nel ritratto realizzato da Pompeo Batoni. L’aristocratico irlandese – come tanti altri viaggiatori più o meno famosi – era a Roma nel 1773 per il Grand Tour. Il viaggio di formazione faceva perno specialmente in Italia e nella città di Roma, una tradizione riservata a ricchi nobili. Sarà lui la guida di questo ideale Grand Tour. A sinistra si accede agli Appartamenti Braschi riservati alla ritrattistica, ma è nelle sale a destra che la città emerge dai dipinti di vedute, momenti storici e della vita quotidiana. In queste sale vediamo una piazza del Popolo come la vedeva Caravaggio, piazza Navona senza la fontana dei Fiumi nel dipinto “Piazza Navona con il mercato” (entrambi datati sec XII, primo quarto), una Festa in maschera a Tor de’ Schiavi (Ippolito Caffi, 1844 circa). Non mancano visioni delle basiliche, degli obelischi e del Tevere. Google Arts and Culture offre una visione dettagliata, tra le altre opere, anche del Carosello nel cortile di palazzo Barberini in onore di Cristina di Svezia il 28 febbraio 1656 attualmente in prestito alle Scuderie del Quirinale per la mostra Barocco Globale, il mondo a Roma nel secolo di Bernini. Il vivido e “fragoroso” dipinto – ispezionabile nella versione digitale – è un esempio delle magnifiche feste organizzate a Roma nel 1600. Sembra di sentire la musica, le voci, lo scalpiccio dei cavalli e il frastuono dei carri in movimento. Persino un drago fiammante si muove nel cortile oggi scomparso per la realizzazione di via del Tritone. Incornicia l’animata scena uno skyline romano in perenne trasformazione. Il tema della festa trionfa sulle pareti nelle sale successive. Assistiamo ad una scatenata tarantella davanti al Tritone (Bartolomeo Pinelli 1821 circa) e tra le altre tele alla “Festa con giostra di tori alla Magliana” (Johan Reder 1748). Un piccolo mondo, un movimentato teatrino dove, tra i tanti accadimenti, in un dettaglio del dipinto, un toro infuriato travolge alcuni cani. Un uomo lo afferra per la coda, un altro sventola il drappo rosso, altri fuggono.