mercoledì, Aprile 30, 2025

Viterbo, “La giunta più costosa della storia”

Il consigliere della Lega, Andrea Micci, ha pubblicato un video sul suo profilo social in cui ha lanciato un duro attacco all’amministrazione Frontini, definendola «la giunta più cara della storia del Comune di Viterbo». Micci ha evidenziato come i costi sostenuti dalla maggioranza comunale siano senza precedenti e ha criticato le scelte di collaboratori vicini al movimento civico Viterbo2020, ritenendole poco opportune. Tra le sue accuse principali, Micci ha sottolineato che «solo il sindaco prende, lordo, circa 10 mila euro al mese», mentre gli assessori percepirebbero cifre mai viste prima. Ha inoltre citato casi di assunzioni e nomine che, a suo avviso, sarebbero inopportune o poco trasparenti, come l’assunzione diretta di un collaboratore di un assessore che lavorava nello stesso studio professionale dell’assessore stesso, e la nomina di un consigliere comunale, primo dei non eletti, in una società partecipata del Comune. Micci ha anche criticato le assegnazioni pubbliche, come quella di una palestra a un’associazione di cui la madre di un assessore rivestiva un ruolo di dirigenza, e la vittoria di un concorso a San Pellegrino in Fiore assegnata al nipote di un altro assessore. Ha evidenziato inoltre che lo staff della sindaca Frontini comprende segretarie e responsabili alla comunicazione, tra cui la nipote di un consigliere comunale, assunta in via diretta. Un’altra questione sollevata riguarda le imprese toscane coinvolte in vari servizi del Comune, come l’ufficio turistico affidato temporaneamente a un’azienda toscana, consulenti e società di manutenzione dei bus, tutte con sede in Toscana. Micci si domanda il motivo di questa prevalenza di imprese toscane e critica il fatto che la politica non monitori adeguatamente queste scelte. Pur precisando di non mettere in dubbio la professionalità delle persone coinvolte, Micci si chiede se queste scelte siano opportune politicamente e amministrativamente, sottolineando che ricordano i metodi della Prima Repubblica. Concludendo, invita a un momento di riflessione dopo tre anni di amministrazione, auspicando un cambio di rotta più trasparente e meno influenzato da logiche di favoritismo.

Articoli correlati

Ultimi articoli