Memento ingloba, infatti, lo spettatore negli ingranaggi di una macchina finzionale che, con dolcezza, mette in movimento un flusso di ricordi e percezioni apparentemente sconnessi, eppure, al tempo stesso, ineffabilmente coerenti. Il pubblico è così invitato a ricomporre i frammenti di una biografia virtuale, di volta in volta decidendo se giocare in essa il ruolo del protagonista o del “semplice” osservatore in balia di un destino oscuro. Domande, sfide, incontri, ritorni, aperture, scandiscono il passo di un’opera itinerante, “in cammino”, che si addentra nello spazio infinito delle possibilità, nutrendosi dei dubbi e delle scelte di un pubblico edipicamente “bendato”, al quale viene donata/concessa una “seconda nascita”, a partire dalla quale decidere di nuovo chi essere. “La straordinarietà di questo spettacolo – spiega il regista Raffaele Calabrese – sta nel grosso numero di attori dedicato ad un così ristretto numero di spettatori, 6 per ogni replica. Sono trascorsi due anni e mezzo dal nostro ultimo spettacolo alla Claudia (Grido 2011). Questo significa che andare in scena per noi è un’esigenza. Lo facciamo solo quando ci sentiamo pronti. Dopo l’orgoglio di aver partecipato al Mondial du Theatre di Montecarlo, a novembre di quest’anno avremo anche la soddisfazione di partecipare al Festival di Granada con il nostro Pinocchio”.