Soddisfatta anche Daniela Bianchi, consigliera regionale del gruppo “Per il Lazio”: “Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla traduzione operativa dell’Accordo di Programma Frosinone – Anagni, ma in questo momento, dopo l’impegno della Regione, diventa fondamentale il ruolo delle associazioni di categoria a cui spetta il compito di fare animazione territoriale. Ciò significa far conoscere il più possibile le opportunità che l’Accordo offre, facendolo diventare il principale volano di sviluppo nel prossimo futuro per la nostra Provincia.” Secondo la Bianchi, “bisogna evitare che l’Accordo diventi un esercizio di stile per professionisti navigati che rispondono ai bandi guidati da chissà quale lobby, senza però riuscire a creare le condizioni per il rilancio dell’economia locale. Questa è iniezione straordinaria di fondi e ha bisogno di comportamenti e iniziative altrettanto straordinarie da parte di tutti.” Il primo bando, aperto da oggi e fino al 16 aprile, prevede una prima tranche di aiuti da 40 milioni provenienti dal Fondo nazionale per la crescita sostenibile (30 milioni) e dal bilancio Regionale (10 milioni di euro). Fondi che sosterranno progetti di sviluppo legati all’industria e al turismo sia di grandi imprese che di PMI riunite in forma di rete nei 31 Comuni oggetto dell’Accordo, tutti appartenenti alla provincia di Frosinone. I progetti dovranno avere investimenti minimi da 22,5 milioni per i programmi turistici e 30 milioni per quelli industriali. Anche la vocazione agricola della zona è stata tenuta in considerazione, con la possibilità di presentare progetti per la trasformazione di prodotti alimentari. In questo caso l’investimento minimo scende a 7,5 milioni di euro. I piani di investimento potranno avere un soggetto promotore più grande, responsabile di un investimento minimo da 15 milioni e cui potranno agganciarsi altre imprese con progetti minori da almeno 1,5 milioni di euro. Le agevolazioni, nelle varie forme previste, potranno arrivare a coprire fino al 50% degli investimenti delle PMI e fino al 30% per quelli delle grandi imprese. Tutte azioni con una forte ricaduta sul territorio, grazie all’innovativo modello creato dall’Accordo di Programma: i progetti sostenuti, avranno tempi certi, con il limite massimo fissato al 31 dicembre 2017. Entro questa data i piani dovranno essere pienamente operativi. Grande attenzione verrà riservata alla qualità progettuale. Saranno premiate solo le proposte che dimostreranno maggiore solidità nel tempo e maggior impatto occupazionale, con particolare attenzione alla capacità di innovare. I progetti, quindi, dovranno essere fattibili, innovativi e creare lavoro da subito. “L’accordo che finalmente vede i suoi primi effetti operativi – conclude la consigliera – è nato dalla crisi industriale della VDC e dal coraggio dei tanti ex-lavoratori che non hanno mai perso la speranza. A loro il bando riserva una quota nei nuovi posti di lavoro che verranno a crearsi con l’Accordo di Programma, con maggiori premialità alle aziende che decideranno di assumerli. Inoltre, verranno sostenute anche le assunzioni di quelle persone con più di 50 anni residenti nei comuni dell’Accordo e che da almeno due anni sono in mobilità.”