“Ci aspettiamo che alla fine di novembre possa essere conclusa la fase 3 della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie. I tempi che possono essere accorciati sono quelli della burocrazia, non quelli dei controlli scientifici: per questo il vaccino sarà sicuro. Nella migliore delle ipotesi prime 30 milioni di dosi all’Ue entro fine anno, se sarà dicembre o gennaio cambia poco”. E’ la previsione di Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm a Pomezia, intervenuto alla trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus per fare il punto sul candidato vaccino anti-Covid sviluppato da università di Oxford e Irbm e prodotto da AstraZeneca. “La pressione la sentiamo, io la sento proprio fisicamente – racconta – visto che ogni volta che esco dal cancello di casa c’è qualcuno che mi chiede come sta andando la sperimentazione del vaccino. Dal ‘Financial Times’ solo un’indiscrezione, ma è vero che nella pubblicazione dei dati di fase 1 su ‘Lancet’ era stato messo un accento proprio sulla capacità del candidato vaccino di immunizzare in maniera importante”, sottolinea. Nella corsa per arrivare a un vaccino anti-Covid, sottolinea Di Lorenzo, “tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa. Non esiste una multinazionale disposta a mettere in gioco la propria credibilità e la propria reputazione scientifica per accorciare oltre il consentito i termini di una valutazione, sarebbe assurdo. Per questo è un argomento su cui si può essere più che sicuri”. “Il comune buonsenso lo porta a capire facilmente, solo che il comune buonsenso non è comune a tutti, quindi c’è sempre qualcuno che fa retro pensieri. Il problema è riuscire ad arrivare alla fine dei test senza che si verifichino eventi avversi. Se così sarà, le agenzie regolatorie impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all’Ue entro fine anno. Se anziché prendere 4 settimane se ne prenderanno il doppio, allora si arriverà a gennaio”. Ma per Di Lorenzo, “attaccarsi al discorso se sarà fine anno o inizio gennaio, la vedo più una questione teorica che con risvolti pratici. La gente vuole capire se in tempi certi potremo avere tutti a disposizione uno strumento per contrastare la pandemia e per tornare ad un minimo di vita normale dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico”.