domenica, Novembre 24, 2024

CASTELLI ROMANI, SI LOTTA PER LA TUTELA DELL’ACQUA

Il costo è di 5 centesimi per ogni litro e mezzo; si potrà acquistare la card prepagata al costo di 8 euro, di cui 5 spendibili e 3 di deposito cauzionale, per evitare l’utilizzo di monete che già altrove hanno causato numerosi atti vandalici e furti, con conseguente discontinuità nel servizio. Acqua buona, fresca e, se si vuole, anche gassata: le fontane leggere hanno, fra i tanti vantaggi, anche quello di disincentivare l’uso di acqua in bottiglia di plastica, favorendo il riuso di contenitori, con enormi benefici per l’ambiente e per la diffusione di comportamenti a basso impatto ambientale. “I Castelli hanno la Strada dei Vini”– commenta il commissario straordinario dei Castelli Romani, Sandro Caracci – “ma ci sarebbero state tutte le condizioni per creare la “Strada delle Acque”, vista l’enorme ricchezza di acqua sorgiva dell’area. Abbondanza d’acqua entrata in sofferenza con la forte antropizzazione che ha interessato i nostri territori, al punto da comprometterne la disponibilità e richiamare noi tutti ad un uso più responsabile”. E’ nota, infatti, la situazione di alcuni Comuni dei Castelli Romani che, soprattutto in estate, hanno problemi di disponibilità di acqua, legata, fra gli altri motivi, anche all’aumento demografico e alla pressione di mandata che in estate diminuisce: solo pochi giorni fa il problema è stato vissuto dagli abitanti di Rocca Priora, definito “il Paese delle Fonti”, rimasti a secco per tre giorni nell’arco di una sola settimana. La problematica è stata oggetto, negli anni, di diversi studi scientifici (si veda, ad esempio, “Strumenti e strategie per la tutela e l’uso compatibile della risorsa idrica nel Lazio”, a cura di Giuseppe Capelli, Roberto Mazza e Carlo Gazzetti, edito da Pitagora Editrice, Bologna, 2005), che hanno portato alla definizione di una normativa a tutela delle acque, con la quale si regolamenta la quantità massima di acqua prelevabile e nella quale si indicano anche le aree critiche soggette a maggior tutela, oltre a dare indicazioni specifiche sul risparmio idrico in vari settori (ad esempio, industriale, agricolo, civile ecc.). L’abbondanza di acqua la ritroviamo nei toponimi dei Castelli Romani. Basta consultare la carta topografica in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare per verificare come la sua presenza abbia connotato gran parte del territorio: Lariano e Velletri hanno tante località che prendono il nome dai Fontanili presenti (Fontana Marcaccio, Fontana Turano, Fontana sant’Antonio), Fontana Magliana e Pantano della Doganella a Rocca Priora, Capo d’Acqua a Marino; a Grottaferrata troviamo Colle dell’Acqua e Pozzo Carpino, ad Albano Laziale c’è Valle Pozzo, a Castel Gandolfo Acqua Acetosa, a Rocca di Papa Grotte dell’Acqua, Pantanello e Valle Pantano nei pressi dei Campi d’Annibale e si potrebbe continuare a lungo. “Nonostante tale ricchezza – continua Caracci – c’è ancora molto da fare per tutelare e conservare i corpi idrici presenti nel nostro territorio, preservando al massimo le risorse idriche locali, con particolare attenzione a quelle strategiche. Per questo il Parco, attraverso gli strumenti di cui dispone e, soprattutto, con le attività di educazione ambientale rivolte ai giovani in età scolare, intende sostenere sempre di più la promozione di un uso consapevole e responsabile dell’acqua”.

Redazione
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