Il testo della delibera del Consiglio dei Ministri non entra mai nel merito delle questione tecnico-ambientali, non prende nemmeno in considerazione l’attività della Magistratura sulla questione dei fondi post-mortem, si limita ad un copia ed incolla, peraltro senza una logica, di passate dichiarazioni degli enti coinvolti. Per capire il valore e l’autorevolezza del contenuto del copia ed incolla basta una citazione: a pag. 5 della delibera del CdM si scrive che il Sindaco di Bracciano assicura una differenziata all’80% (peraltro non è il comune più grande di quelli afferenti al bacino di conferimento, sarebbe stato obbligatorio indicare la percentuale di bacino) quando invece agli inizi di Settembre la stampa locale pubblica alcune dichiarazioni attribuite alla Bracciano Ambiente che dichiara il 63% ma l’Ass.ra all’Ambiente Lucci aggiunge che “Bisogna sottolineare che attualmente, poiché il materiale raccolto non è sempre conforme non riusciamo a ricavare adeguate entrate, che pure ci sono, dalla vendita dei materiali”. Di fatto i numeri non tornano e dai numeri bisognerebbe ulteriormente stornare altre percentuali di rifiuti probabilmente raccolti in modo differenziato ma smaltiti come indifferenziato. Nulla sugli usi civici, nulla sulla ZPS, nulla sui fondi post-mortem, nulla sul bilancio disastrato della Società, nulla sulle richieste dei Cittadini, nulla su un piano straordinario di sostegno ai comuni del bacino per avviare/portare rapidamente a regime la raccolta differenziata porta a porta, solo una semplice rampogna politica al MIBACT utile ad avvallare come previsto le richieste della Società, del Comune di Bracciano, della filiera politica locale-regionale monocolore. Sembrerebbe un racconto di Collodi se non si rischiasse un finale tragico. E per questo è bene che la matassa venga sbrogliata anche da un Tribunale della Repubblica.”