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sabato, Agosto 3, 2024

Crisi in Ucraina, la Russia esclude l’invasione. Kiev invece denuncia: Ci sono 130mila militari russi vicini ai confini

Il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, ha escluso la possibilità di un’invasione dell’Ucraina anche se i colloqui sulle garanzie di sicurezza chieste da Mosca dovessero fallire. “Posso escludere una invasione dell’Ucraina anche se i nostri negoziati sulla sicurezza europea e globale dovessero fallire”, ha detto Nebenzya ai giornalisti. Ma i militari russi ammassati alla frontiera con l’Ucraina sono ora 130mila, ha denunciato l’inviato di Kiev all’Onu, Sergiy Kyslytsya. “La domanda è perché ci sono tutte queste forze lì?”, ha aggiunto, nel suo intervento alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata alla minaccia alla sicurezza posta dalle azioni di Mosca. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una video intervista al Washington Post, intanto sottolinea: “Quello che sappiamo è che c’è un continuo accumulo militare, il più grande ammassamento di forze in Europa dalla Seconda guerra mondiale, e queste sono forze equipaggiate in modo pesante. Le vediamo dal sud della Crimea, a Est nella vera Russia, ma anche nel Donbass e le vediamo, ovviamente, anche nel nord della Russia. E non c’è alcun segno che l’accumulo stia rallentando, in realtà continua”. Secondo Stoltenberg, “questo è una fatto, una realtà. E poi possiamo leggere tutte le dichiarazioni molto minacciose e gli ultimatum che la Russia sta lanciando alla Nato, che richiede cose che per la maggior parte non possiamo fornire”, ha aggiunto il segretario generale. La Casa Bianca ha confermato la preparazione di sanzioni contro “la cerchia ristretta” del Cremlino, da attuare in caso di invasione russa dell’Ucraina. “Posso confermare che abbiamo sviluppato pacchetti di sanzioni mirate sia alle elite russe che ai loro familiari se la Russia invaderà ulteriormente l’Ucraina”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki nel briefing con la stampa, aggiungendo che le misure sono state messe a punto “in coordinamento con alleati e partner”. Secondo Psaki, gli individui identificati “sono nel circolo più ristretto del Cremlino e hanno un ruolo nelle decisioni del governo o sono per lo meno complici del comportamento destabilizzante del Cremlino”. Molti di questi “verrebbero isolati dal sistema finanziario internazionale perché “hanno profondi legami finanziari con l’Occidente”. Preoccupazioni ci sono state nelle stesse ore per un gruppo navale russo che attraversava il canale di Sicilia nell’ambito di annunciate esercitazioni navali nel Mediterraneo. Ma lo Stato Maggiore della Difesa ha rassicurato che “la formazione sta effettuando un transito in acque internazionali e non viola la sovranità degli Stati rivieraschi”, aggiungendo che la Nato continua a seguire la navigazione del gruppo navale sin dalla partenza ed escludendo “comportamenti o volontà escalatorie” da parte dell’Alleanza e della formazione navale russa.
Al lavoro per Ucraina in Ue
In Ucraina “stiamo facendo riforme che non sono facili. Stiamo tentando di costruire un Paese europeo solido e stabile. Vorremmo sentire in risposta una data” nella quale “l’Ucraina potrà diventare un Paese partner dell’Ue e una data nella quale potrà accedere all’Ue come membro a pieno titolo”. Lo sottolinea il premier ucraino Denys Shmyhal, in una conferenza stampa a Kiev, trasmessa dai servizi audiovisivi dell’Ue, insieme al vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, con il quale è stato fatto “un punto per coordinarci sulle sanzioni” che l’Ue ha assicurato che imporrà nei confronti della Russia, qualora dovesse attaccare l’Ucraina. La Russia sta usando il tema delle forniture del gas all’Europa come “un’arma”. Ha detto dal canto suo Valdis Dombrovskis. “Nonostante la domanda di gas in Europa sia alta, Mosca non sta aumentando le forniture e i depositi del gas sono pieni al 50%. Non è una situazione del tutto nuova, la Commissione è stata chiara sul fatto che il progetto Nord Stream 2 non è in linea con le nostre regolamentazioni e ogni nuovo progetto non deve ledere la posizione dell’Ucraina di Paese di transito del gas”, ha aggiunto.
No alla richiesta russa di bloccare la discussione Onu
La Russia ha chiesto di ricorrere al voto per tentare di evitare la riunione del Consiglio di sicurezza Onu sulla questione ucraina, richiesta dagli Stati Uniti. La posizione di Mosca però è stata bocciata con 10 voti a favore della riunione (Usa, Regno Unito, Norvegia, Emirati, Albania, Brasile, Ghana, Francia, Irlanda, Messico), due contrari (Russia e Cina) e tre astensioni (Gabon, India, Kenya). Mosca avrebbe avuto bisogno di nove voti per lo stop. La Russia aveva chiesto il voto procedurale per bloccare la riunione del consiglio di sicurezza, riunione che l’ambasciatore russo presso l’Onu, Vassily Nebenzia, aveva definito un tentativo degli Stati Uniti di fuorviare la comunità internazionale sulla situazione al confine con l’Ucraina. “Il dispiegamento di truppe russe in territorio russo” è indicato come “minaccia alla pace e sicurezza internazionale”, ha detto l’ambasciatore, sottolineando che Washington tenta di scatenare l’isterismo e usa la “diplomazia del megafono”. Gli Stati Uniti intanto chiedono al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di “valutare non solo le dichiarazioni della Russia, ma anche le loro azioni e i rischi che pongono non solo all’Ucraina e agli ucraini ma per tutti noi” e a “esprimersi chiaramente” in favore della diplomazia piuttosto che del conflitto. Nel suo intervento nella riunione del Consiglio di sicurezza per discutere della minaccia posta dalla Russia con il dispiegamento di militari “in territorio russo, ma a poca distanza dal territorio ucraino, un Paese che la Russia ha già invaso”, la rappresentante di Washington Linda Thomas-Greenfield ha ribadito che “se la Russia rifiuta di sedersi al tavolo con noi e rimanerci, allora il mondo saprà chi è responsabile”.
Kiev: dialogo senza concessioni
Kiev è favorevole allo sviluppo di un dialogo costruttivo con Mosca, ma non prevede di fare concessioni. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri ucraino, Dmitri Kuleba, citato dall’agenzia Sputnik. “L’Ucraina è disposta ad avere negoziati costruttivi con la Russia, ma nessuno ci farà pressioni o ci costringerà, perché l’Ucraina ha già fatto abbastanza per la pace. Ora tocca alla Russia”, ha detto Kuleba, aggiungendo che Kiev non farà più concessioni “se Mosca non cesserà prima la sua escalation militare”.
Redazione
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