In Cina, il presidente Xi Jinping ha ricevuto un inedito e storico terzo mandato consecutivo alla segreteria generale del Partito comunista cinese (Pcc). Lo ha annunciato lo stesso Xi, incontrando i media cinesi e internazionali al termine della prima plenaria del XX Comitato centrale. “Continueremo il duro lavoro per i nuovi obiettivi”, ha detto Xi, neoeletto alla segreteria generale del Partito comunista cinese (Pcc) per la terza volta di fila. Jinping resta a capo della Commissione militare centrale come commander-in chief delle forze armate cinesi. “Lasciatemi introdurre i compagni del nuovo Comitato permanente”, ha proseguito Xi Jinping nella Golden Hall della Grande sala del popolo dove era stata allestita una pedata per la sfilata dei sette leader e un podio dal quale Xi ha tenuto un breve discorso. Il boss del partito di Shanghai, Li Qiang, è il nuovo numero due malgrado la disastrosa gestione della crisi del Covid: nelle attese a diventare il premier alla sessione del parlamento di marzo 2023. Xi e gli altri membri del Comitato Permanente sono apparsi per la prima volta in gruppo davanti ai giornalisti. “Abbiamo davanti a noi un cammino arduo ma sapremo arrivare alla meta, non ci faremo spaventare da perigliose tempeste”, ha dichiarato il presidente in un discorso rilanciato dai media cinesi. “Il popolo sarà sempre con noi e continueremo a lavorare duramente per costruire una vita migliore”. Escono di scena il primo ministro, Li Keqiang, il presidente del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Cppcc), Wang Yang, il presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, Li Zhanshu, e il vice primo ministro esecutivo, Han Zheng. Tutti nomi che erano stati esclusi anche dal gruppo degli oltre 200 funzionari del Comitato centrale. Un organismo questo da cui escono anche il governatore della Banca centrale (Pboc), Yi Gang, e il direttore della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi, che potrebbe essere sostituito dall’attuale ministro degli Esteri, Wang Yi. L’esclusione più clamorosa rimane quella del primo ministro, Li Keqiang, che nel corso dei mesi aveva assunto parte del peso politico nel sistema di potere del partito. Li ha presentato le dimissioni pur mancando dodici mesi all’età pensionabile, fissata a 68 anni.