Colloquio informale di oltre un’ora a Roma tra il presidente del Consiglio italiano Giorgia tra il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron. Un faccia a faccia “cordiale e proficuo”, comunica con una nota l’ufficio stampa di palazzo Chigi, nel corso del quale “sono stati discussi tutti i principiali dossier europei: la necessità di dare risposte veloci e comuni sul caro energia, il sostegno all’Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori”. “I presidenti di Italia e Francia hanno convenuto sulla volontà di proseguire con una collaborazione sulle grandi sfide comuni a livello europeo e nel rispetto dei reciproci interessi nazionali”. Italia e Francia avanti insieme, dunque. “Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici, con l’Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato – ha scritto Macron su Twitter, postando la fotografia dell’incontro – Riuscire insieme, con dialogo e ambizione: lo dobbiamo ai nostri giovani e ai nostri popoli. Il nostro primo incontro a Roma va in questa direzione”.Sempre su Twitter Macron ha postato una foto con l’ex premier Draghi e la scritta: “Grazie Mario”. Il debutto internazionale per il nuovo premier a poche ore dal passaggio di consegne con Mario Draghi che ha atteso con un sorriso largo Giorgia Meloni sullo scalone che conduce alla sale dei Galeoni, poco primadella tradizionale cerimonia della campanella. Quando è arrivato il momento simbolico dello scambio della campanella – che contraddistingue l’insediamento del nuovo governo – Meloni ha sorriso e ha cercato di scherzare a modo suo: “Dove devo andare?”, ha ironizzato sul protocollo, poi ha fatto suonare diverse volte la campanella con cui è stato dato inizio al Consiglio dei ministri (da qui la cerimonia che prende il suo nome, ndr). La campanella, fresca di passaggio, ha dato dunque il via al primo Cdm, alle 12.30. Lealtà e responsabilità. E la promessa di “procedere uniti” per affrontare le tante emergenze con cui il Paese sta facendo i conti. E’ il messaggio che Meloni ha consegnato ai suoi ministri, nel primo Cdm che ha visto la nomina di Alfredo Mantovano a sottosegretario della presidenza del Consiglio e l’attribuzione delle funzioni di vicepremier ad Antonio Tajani e Matteo Salvini. “Si comincia. Con molta emozione ma anche con la consapevolezza delle difficili sfide che ci attendono. Ora tocca a noi: siamo pronti”, è stato il messaggio di Meloni affidato a Twitter dopo la riunione del consiglio dei ministri. “Vogliamo che sia il popolo ucraino a scegliere ad un certo punto, la pace, a scegliere il momento e i termini della pace”, ha detto intervenendo all’evento di Sant’Egidio, ‘Il grido della pace’. “Questo significa che c’è una prospettiva di pace: esiste, esisterà la pace ad un certo punto, il momento verrà in funzione dell’evoluzione delle cose e quando il popolo ucraino e i suoi dirigenti lo avranno scelto secondo i termini che avranno deciso. La pace si costruirà con l’altro che oggi è un nemico, intorno ad un tavolo. E la comunità internazionale sarà lì”. “Oggi però c’è un popolo aggredito, un popolo attaccato. E dall’altra parte ci sono dei dirigenti che hanno deciso di attaccare, assaltare invadere e umiliare. Quindi rimanere a margine di tutto questo pensando che bisogna rimanere neutrali vorrebbe dire accettare un ordine internazionale dove vige la legge del più forte che diverrebbe la legge di tutti e dove il dominio e lo stato di fatto potrebbero sostituire i nostri diritti. Questo non lo condivido”.