martedì, Dicembre 24, 2024

Roma, il 30 gennaio gli psicologi in protesta davanti alla Regione Lazio

“Nonostante siano state pubblicate ben due graduatorie di dirigenti psicologi nella regione Lazio, posso dire che ad oggi è tutto fermo e non si riesce a dare risposta alla necessità di fare fronte a un forte e urgente reclutamento di risorse nel campo della salute mentale. Per la Asl Roma 2 sono stati chiamati 60 psicologi e la graduatoria si è poi fermata, mentre per la Asl Roma 5 sono stati chiamati circa 150 psicologi, e poi però sono state fatte assunzioni per altre Asl, come ad esempio la Asl Roma 1, creando una serie di pasticci enormi”. Lo denuncia all’agenzia Dire lo psicologo Giuseppe Sartiano, uno dei portavoce del Movimento degli idonei psicologi Asl Roma 2, che torna ad accendere i riflettori sulla vicenda della mancata assunzione degli psicologi nella regione Lazio.
I DUE CONCORSI
La storia è nota. Un concorso per assumere 33 dirigenti psicologi nei consultori della regione Lazio, 500 nei prossimi tre anni. Lo indice oltre un anno fa la Asl Roma 2, vi prendono parte 5.000 persone, 750 delle quali risultano idonee. Da questa graduatoria, al momento, sono stati presi in 60. Fin qui tutto bene, ma ecco il pasticcio. A questo concorso se ne somma un altro, quello indetto dalle Asl Roma 4, Roma 5 e Roma 6 che, in tempi molto brevi, pubblica una graduatoria da cui chiama 36 dirigenti psicologi, su un totale di 400 idonei. Questo secondo concorso va avanti più velocemente rispetto al primo e, ad oggi, sono stati chiamati circa 160 psicologi. Come se non bastasse la confusione creata dai due concorsi “si è sommata nel tempo- prosegue Sartiano- la vicenda delle stabilizzazioni Covid e del problema creato dalle proroghe. Qui non stiamo parlando di gente che durante la pandemia ha fatto un anno e mezzo di servizio e che viene stabilizzata, stiamo invece parlando di colleghi che magari hanno fatto solo tre mesi di servizio durante il Covid, viene loro prorogato il contratto fino a farlo arrivare a un anno e mezzo e poi vengono stabilizzati. Un meccanismo un po’ perverso– lo definisce- e, di fatto, chi entra nella Asl in questo modo non fa prove di concorso, non fa niente, riceve quasi una chiamata ad personam“.
GENTILE: “I CONCORSI MANCAVANO DA 19 ANNI, VI ABBIAMO PARTECIPATO IN PIENA PANDEMIA”
“Questi concorsi, che mancavano da 19 anni, sono stati svolti in piena pandemia, senza poter fare affidamento sul vaccino- dichiara Carmela Gentile, psicologa, psicoterapeuta e rappresentante del Comitato 750 idonei dirigenti psicologi concorso Asl Roma 2 (capofila) e aggregate 1, 3, 4, 5 e 6– e in 5.000, a novembre 2020, siamo comunque andati a sederci a fare il concorso perché servivano figure professionali di questo tipo e perché i servizi erano tutti sguarniti. Ecco perchè non capiamo la stabilizzazione degli psicologi Covid che non hanno fatto alcun concorso”. “A giugno scorso- continua- sono riuscita a parlare in regione con l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, e quando ho chiesto perché fossero stati indetti due concorsi paralleli, mi è stato risposto che servivano numeri molto alti per rispondere alle esigenze delle persone e ai danni provocati dal Covid. Se la regione ha approvato dei concorsi, qual è il senso di stabilizzare gente che però non li ha fatti? Ecco il modo migliore per creare una vera e propria guerra tra poveri”. “Oltretutto- tiene a informare Gentile- il concorso che abbiamo superato è stato davvero complesso. Gli argomenti richiesti nelle tre prove erano vastissimi: dalla psicologia dell’emergenza alla psicologia infantile, tutti ambiti per lavorare sia in un centro di salute mentale che affrontare sul campo situazioni estreme, fino anche alla tutela materno-infantile. Tutti settori in cui nel Lazio c’è bisogno di psicologi: oggi a volte, per avere una diagnosi, soprattutto per quanto riguarda i bambini che hanno disturbi, ci sono liste d’attesa di quasi un anno-un anno e mezzo”.
I CITTADINI NE ESCONO SCONFITTI
Sconfitta, dunque, ne esce anche l’utenza. “La presa in carico va cucita a misura di ogni singolo paziente come più volte delineato nelle linee guida, e riguarda anche la famiglia del paziente, soprattutto se si tratta di minore, a cui i servizi non danno risposte. Quindi- si domanda- come li garantiamo questi tanto decantati Lea, i Livelli essenziali di assistenza? La notte prima delle dimissioni del governatore Nicola Zingaretti è stata approvata la normativa sullo psicologo di base: ci auguriamo che vengano prese risorse dalle nostre graduatorie e non ci sia invece un nuovo bando. Sarebbe altro spreco di denaro pubblico”.
Ma perché accade tutto questo? Secondo Sartiano “bisognerebbe chiederlo ai vari dirigenti delle Asl e alla direzione politica che decide. Noi possiamo ipotizzarlo, ma non diremo mai cosa pensiamo ci sia dietro. Constatiamo solo che, di fatto, ci sono due graduatorie, di cui una più indietro nel tempo, comunque oggi ferme, a beneficio invece di una diversa politica di assunzione. Quest’ultima, tra le altre cose, coperta e sostenuta anche dall’accordo con le grosse sigle sindacali: Cgil, Cisl e Uil hanno stipulato un protocollo d’intesa con l’assessore D’Amato, ora candidato alla presidenza della Regione Lazio, in cui dicono di essere d’accordo sul procedere secondo queste modalità”.
SARTIANO: “LA META’ DEI CONSULTORI DEL LAZIO RISULTA NON ATTIVA, LE STRUTTURE SONO VUOTE”
“Di fatto- tiene a precisare Sartiano- si tratta comunque di un palliativo, sono numeri ridicoli, perché le assunzioni degli psicologi sono davvero poche. Almeno la metà dei consultori del Lazio risulta non attiva, le strutture sono vuote. Questa politica di aprire, di inaugurare consultori è sbagliata: bisogna riempirli di persone che lavorano”.
“Non riusciamo davvero a comprendere fino in fondo questo blocco- sottolinea- perchè dall’altro lato ci sono continui annunci di assunzioni. Dall’altro ancora c’è questa storia delle stabilizzazioni e proroghe che non ci fa dormire sonni tranquilli. Non si tratta di numeri altissimi ma è comunque una modalità poco chiara, opaca, di gestire le cose, soprattutto considerando che esistono due graduatorie attive“.
Per uscire da questa situazione “chi gestisce la cosa pubblica dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e tornare a fare le cose in maniera pulita. Se davvero, come è stato descritto dal Piano della salute mentale che questa Giunta ha approvato due mesi fa, c’è necessità di molti psicologi, allora venga attuato e venga attuato in maniera pulita. Ci sono due graduatorie, lo ricordo ancora una volta, di cui una quasi per nulla utilizzata, e da queste bisogna attingere. Noi diciamo basta all’uso di metodi poco chiari per entrare a far parte del Servizio sanitario nazionale, come ad esempio le manifestazioni di interesse, ovvero per titoli dopo l’invio del proprio curriculum“.
“Dopo aver più volte esposto la questione alla segreteria dell’assessore D’Amato- afferma poi lo psicologo- ci è stato assicurato lo scorrimento della graduatorie e la trasparenza delle operazioni ma, al momento, tutto questo è rimasto inattuato. Promesse che i fatti hanno sconfessato“.
LA MANIFESTAZIONE DI FINE MESE
Giuseppe Sartiano parla infine di un ulteriore tentativo per dare una risposta ai tanti mal di pancia di numerosi colleghi psicologi del Lazio che hanno partecipato e vinto il concorso. “Per lunedì 30 gennaio abbiamo organizzato una manifestazione davanti alla sede della Regione Lazio durante la quale vorremmo continuare ad esporre all’assessore D’Amato tutte le nostre problematiche ed avere contezza della trasparenza delle procedure in atto”.
“Quello che chiediamo e che ci aspettiamo, perché non ci è mai stato dato- conclude Carmela Gentile- è una delibera in cui vengano definiti i criteri di gestione delle graduatorie“. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli