Il giudice monocratico di Roma ha condannato a due mesi, pena sospesa, Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di misura di rigore non consentita dalla legge per aver bendato Gabriel Natale Hjorth nella caserma di via in Selci dopo il fermo dei due americani, Hjorth e l’amico Finnegan Elder Lee per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 nel centro della Capitale. Il giudice Alfonso Sabella ha disposto anche un risarcimento di 5mila euro in favore di Hjorth. Nella sua requisitoria la pm Maria Sabina Calabretta aveva chiesto la condanna a tre mesi. “Coprire gli occhi di un fermato è un mezzo di contenimento? Credo di no – ha detto – E’ uno strumento non necessario di contenzione che aggrava la limitazione della libertà personale, una limitazione non consentita”. “Si tratta di una sentenza importante perché si è ritenuto che la tecnica del bendaggio o blindfolding, ritenuta dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura (Cpt) una pratica inumana e degradante, integri il reato di abuso di autorità”. Così all’Adnkronos l’avvocato Francesco Petrelli, legale di parte civile per Hjorth, sulla sentenza del tribunale monocratico di Roma. “Si è riconosciuto che la dignità della persona deve avere tutela a prescindere, ed ancor di più, nei casi di chi sia privato della libertà. Una decisione importante per uno stato di diritto – sottolinea il penalista- nel quale a volte sembrano prevalere le pulsioni del giustizialismo”. “Una decisione gravemente sbagliata che punisce ingiustamente proprio chi ha garantito, nonostante tutto, l’incolumità del fermato per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega”, commenta invece all’Adnkronos l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro condannato a due mesi.