“Indesiderati”, due impiegati dell’ambasciata tedesca in Iran: sarebbe la reazione – così sul quotidiano Der Spiegel, che pubblica la notizia – per l’espulsione a sua volta della Germania, che due settimane fa aveva mandato via dal paese due diplomatici iraniani, in risposta alla condanna a morte di Jamshid Sharmahd, tedesco-iraniano.
Berlino: “Espulsione arbitraria ed ingiustificata”
Il commento del ministero degli Esteri tedesco, che ha definito “arbitraria e ingiustificata” la decisione dell’espulsione da parte dell’Iran: “Il passo di oggi era prevedibile dopo l’espulsione di due diplomatici iraniani avvenuta il 22 febbraio, ma il governo tedesco non lo ritiene in alcun modo giustificato”, afferma il ministro, Annalena Baerbock, in una nota. “Con il suo provvedimento di espulsione, il governo federale ha reagito in maniera adeguata alla condanna a morte e alla massiccia violazione dei diritti del cittadino tedesco Jamshid Sharmahd”, si legge ancora nel comunicato.”Il personale dell’ambasciata, che ora viene espulso dall’Iran, ha lavorato sul posto con apertura, interesse e grande impegno, nonostante circostanze sempre più difficili. La loro espulsione è arbitraria e ingiustificata, non sono colpevoli di nulla”, conclude.
Il rapimento dei servizi segreti
Secondo la sua famiglia il 67enne, che aveva vissuto per l’ultima volta negli Stati Uniti, era stato rapito dai servizi segreti iraniani durante uno scalo a Dubai e portato in Iran.
Chi è Sharmahd
Nato a Teheran, Sharmahd è cresciuto in Germania ed è emigrato negli Stati Uniti nel 2003. È un membro del gruppo di opposizione Tondar (inglese: Thunder), noto anche come Kingdom Assembly of Iran. Rifiuta il sistema politico della Repubblica islamica dell’Iran e sosteneva la reintroduzione della monarchia nel Paese.