Ogni giorno la distruzione degli habitat, il commercio illegale, il bracconaggio, l’inquinamento, i cambiamenti climatici mettono in pericolo le specie animali e vegetali del nostro pianeta. Oggi le specie si estinguono a una velocità circa 100 volte superiore a quella del passato. E’ di fronte a questa emergenza che anche quest’anno, il 22 maggio, si celebra la Giornata mondiale della biodiversità. La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite per ricordare il 22 maggio 1992, quando al vertice sulla Terra di Rio de Janeiro, è stato adottato il testo della Convenzione per la diversità biologica: entrata in vigore il 29 dicembre 1993, finora sono 193 i Paesi che l’hanno ratificata. Il tema è “From agreement to action: build back biodiversity” (Dall’accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”). I dati sono allarmanti. Secondo la piattaforma intergovernativa per la scienza e la politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (Intergovernmental platform on biodiversity and ecosystem services), circa 1 milione di specie animali e vegetali sono minacciate di estinzione. Molte di esse potrebbero estinguersi entro pochi decenni. Dal XVI secolo a oggi almeno 680 specie di vertebrati sono state portate all’estinzione e più del 9% di tutte le razze di mammiferi domesticati, utilizzate per l’alimentazione e in agricoltura, si sono estinte ed almeno altre 1.000 razze sono ora minacciate. L’abbondanza media di specie autoctone nella maggior parte degli habitat terrestri è diminuita di almeno il 20%, con una accelerazione negli ultimi cento anni. Più del 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% dei coralli e più di un terzo di tutti i mammiferi marini sono minacciati. Il quadro è meno chiaro per le specie di insetti, ma le evidenze scientifiche finora disponibili ci dicono che il 10% è minacciata di estinzione, con grave decadimento di un servizio importantissimo che essi offrono alla natura e all’economia, quello dell’impollinazione. Dal 1990 a oggi la Terra ha perso 287 milioni di ettari di foreste (13 milioni nel 2017), una superficie pari a quasi 10 volte quella dell’Italia (30 milioni di ettari).