Ita Airways, anche se il Mef “rimane a bordo” per la gestione del piano “la responsabilità operativa di spetterà al board” nel quale Lufthansa, che nominerà l’amministratore delegato, potrà contare su un altro membro. Lo comunica il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, in conference call, spiegando che “la chiusura della operazione tra Lufthansa e il Mef per la cessione di una quota di minoranza di Ita è attesa per la fine di quest’anno”. L’ad tedesco sottolinea come “la forte ristrutturazione” attuata dopo la ‘scomparsa’ di Alitalia “ha reso Ita un compagnia competititva e delle dimensioni giuste”. Anche se il Mef “rimane a bordo” per la gestione del piano di Ita Airways “la responsabilità operativa di spetterà al board” nel quale Lufthansa, che nominerà l’amministratore delegato, potrà contare su un altro membro. Lo comunica il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, in conference call, spiegando che “la chiusura della operazione tra Lufthansa e il Mef per la cessione di una quota di minoranza di Ita è attesa per la fine di quest’anno”. L’ad tedesco sottolinea come “la forte ristrutturazione” attuata dopo la ‘scomparsa’ di Alitalia “ha reso Ita un compagnia competititva e delle dimensioni giuste”. Sul fronte operativo, Spohr osserva come sarà possibile – per il feeding di corto raggio – uno spostamento che permetterà “ai passeggeri di partire da Zurigo o Francoforte anziché da Parigi o Amsterdam”. Quanto agli scali italiani, l’amministratore delegato di Lufthansa ipotizza “il potenziamento del lungo raggio su Roma” mentre Milano ha grandi prospettive “come destinazione per il tempo libero e il business”. Il tutto senza contare che “l’accordo con Ferrovie dello Stato ci permette di trasferire i passeggeri alla rete Tav”. “Ita non è Alitalia, ha nuove regole che la guidano nella giusta direzione: a suo tempo non abbiamo investito in Alitalia perché non pensavamo fosse interessante per i nostri azionisti, oggi invece siamo convinti che creera’ valore per tutti”. Grazie anche a “una base di costi competitiva, in Lufthansa siamo fiduciosi che Ita diventerà redditizia. Non sarà un cambiamento che avverrà nel giro di una notte, alcuni cambiamenti richiederanno più tempo, ma avverrà presto. Crediamo che Ita tornerà in utile nel 2025”. Spohr sottolinea come “ieri è stato un giorno importante per Lufthansa: abbiamo fatto un passo importante per posizionare meglio il nostro gruppo a livello europeo e globale, una mossa che ci aiuterà a essere più internazionali e meno dipendenti dal nostro mercato nazionale”. Spohr pone ripetutamente l’accento sugli elementi che hanno spinto Lufthansa a rompere gli indugi: “La nostra decisione è stata guidata da una valutazione del rischio che ci assumevamo con questo investimento: ma Ita oggi ha sufficiente liquidità e riceverà i fondi necessari per implementare i piani di sviluppo e sostenere il business”. “Noi comunque non consolideremo i risultati di Ita” nel bilancio Lufthansa, aggiunge Spohr: “Non siamo costretti a una piena acquisizione e prenderemo il controllo di Ita solo quando business sarà diventato redditizio”. “Sarò sincero, in questa transazione il prezzo non è stato l’elemento chiave: il suo valore è strategico, ma pensiamo che ci sia stato un giusto equilibrio” fra impegno economico e benefici possibili. Il numero uno di Lufthansa evita di commentare il valore di una eventuale acquisizione per la quota restante della compagnia italiana. Anche se, ammette, “pensiamo a una riduzione del prezzo per la quota restante”. “Entro il 2027 la flotta di Ita salirà da 66 a 94 velivoli: sarà una flotta omogenea, complementare a quella del gruppo Lufthansa, sarà tutta composta da velivoli Airbus, il che ci permetterà di avere una efficienza in termini operativi”. Se oggi la flotta di Ita “è tutta in leasing , l’obiettivo è di aumentare gradualmente la quota di veicoli di proprietà”. “Ita è solo la quarta compagnia per dimensioni sul mercato italiano, dove Ryanair ha una quota dominante. In Europa Ita ha la quota più bassa fra gli operatori nazionali” dice il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, in conference call, dicendosi convinto che “ci sia spazio per chiudere velocemente” l’acquisizione della quota di minoranza, senza grosse obiezioni da parte della Commissione Europea. A Bruxelles, sottolinea, capiranno che “con il rafforzamento di Ita finalmente ci sarà una vera concorrenza sul mercato italiano”.