E’durato quasi 4 ore a piazzale Clodio l’incidente probatorio per raccogliere la testimonianza della sorella di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra il 25 luglio di un anno fa durante un’attività degli agenti del commissariato Primavalle nell’abitazione di via Gerolamo Aleandro. All’udienza di questa mattina fissata per svolgere l’atto istruttorio con l’aiuto di una interprete di lingua ‘romanè’, la ragazza, a quanto si apprende, ha confermato le accuse, riferendo che quel giorno quattro poliziotti erano entrati in casa e uno degli agenti in particolare avrebbe preso Hasib e dopo averlo picchiato lo avrebbe buttato giù dalla finestra. Gli altri poliziotti, secondo quanto detto dalla ragazza, erano nella stessa stanza in quel momento. Un racconto che per le difese degli indagati è apparso confuso e contraddittorio anche in relazione alla sua collocazione all’Inter dell’appartamento e allo stato di salute del fratello il giorno dopo i fatti. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Stefano Luciani, ad uno dei poliziotti intervenuti nell’appartamento, Andrea Pellegrini, viene contestata l’accusa di tortura. Oltre a Pellegrini, sono indagati altri agenti, accusati a vario titolo di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio per l’annotazione di servizio scritta dopo l’intervento a casa di Omerovic. L’incidente probatorio che si è svolto oggi davanti al gup era un atto necessario a cristallizzare quanto avvenuto nell’appartamento di Primavalle dove anche la ragazza era presente, in vista della chiusura dell’inchiesta che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.