“Stavamo lavorando sui binari.
Uno dei ragazzi mi ha chiesto di passargli un martello. Mi sono sollevato e ho fatto due passi. È stato in quel momento che ho visto i fari del treno, d’istinto sono saltato sull’altro binario”. Andrea Girardin Gibin, il caposquadra degli operai che stavano lavorando sui binari a Brandizzo quando cinque di loro sono stati uccisi da un treno in corsa, avrebbe raccontato ai suoi amici che è salvo per miracolo. Intanto, alla Procura di Ivrea sono arrivate 200 denunce di irregolarità nello svolgimento dei lavori da parte di operai e sindacalisti. Andrea Girardin Gibin è indagato per omicidio plurimo assieme ad Antonio Massa, il tecnico di Rfi che ha dato il via libera all’inizio dei lavori. “Quei ragazzi non avrebbero dovuto morire così”, avrebbe detto ai suoi contatti dopo aver raccontato il modo in cui si è salvato. I suoi avvocati hanno fatto sapere che non è ancora stato interrogato dai magistrati. Intanto proseguono le indagini per accertare responsabilità e cause precise della tragedia. Saranno fatti accertamenti sui telefoni di due vittime e anche sui dati delle scatole nere del treno e dei tablet dei macchinisti. La tragedia di Brandizzo ha scatenato un’ondata di commozione, dolore e rabbia in tutta Italia. Molti operai si sono sentiti in dovere di denunciare quanto a loro conoscenza. Alla Procura sono arrivati oltre duecento esposti in poco più di una settimana firmati da operai, tecnici, saldatori, manutentori delle ferrovie residenti oppure operativi in Piemonte. Nelle denunce sono descritti episodi circostanziati e procedure rischiose delle quali chi ha firmato gli esposti sarebbe stato protagonista o testimone. Da quanto si è appreso, molte denunce riguardano situazioni in cui il lavoro sui binari sarebbe stato svolto senza l’autorizzazione a procedere. Alcune denunce riguarderebbero l’impiego di operai sprovvisti di titoli per poter lavorare: giovani inesperti messi a saldare e operai esposti ai rischi senza protezioni. Ma ci sarebbero anche segnalazioni riguardanti capi squadra o tecnici di Rfi assentatisi senza motivo dal luogo in cui avrebbero dovuto essere operativi, oppure che avrebbero dato l’avvio dei lavori in situazioni di pericolo. I magistrati stanno vagliando tutte le segnalazioni.