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domenica, Ottobre 13, 2024

Regionali, Tajani: “Confermiamo  i candidati uscenti, no al terzo mandato”

“Per le Regionali confermeremo i candidati uscenti”. Lo afferma il vicepremier Antonio Tajani. “Non c’è bisogno di riequilibrare i rapporti di forza con FdI e non è una questione di lottizzazione”, spiega il leader di Forza Italia a Il Messaggero, mentre si conferma la linea dello stop al terzo mandato per i presidenti di Regione. “Seguiremo la prassi, com’è giusto. E la prassi è ricandidare gli uscenti. A meno che un partito non decida di sostituirlo e proponga un nome alternativo. Per quanto ci riguarda non è così: confermiamo Cirio in Piemonte e Bardi in Basilicata”. “Non è questione di lottizzare. FdI ha tanti ministri e bravi presidenti di Regione. Non credo sia il momento di riaprire polemiche o cominciarle. Se poi un partito decide di rinunciare per qualunque motivo a una Regione è un altro discorso”, ribadisce. E sulla riforma del limite dei due mandati conclude: “Non è che possiamo fare le leggi per qualcuno, e poi è sano garantire un ricambio nella leadership delle Regioni dopo 10 anni. Un conto sono i sindaci dei comuni piccoli, un conto i presidenti delle Regioni”. Tajani torna a parlare anche del Mes. “Un mese in più o in meno non credo cambi le cose. Non dobbiamo pensare che il Mes sia una questione di calendario ma di politica macroeconomica. E in questo senso la necessità europea è sostenere l’economia reale. Anche se noi come FI siamo favorevoli al Mes, bisogna essere consapevoli che non basta, dobbiamo completare l`architettura composta anche dal Patto di Stabilità, dall’unione bancaria e dall’armonizzazione fiscale. Altrimenti saremmo davanti a una scelta monca che servirebbe probabilmente solo alle banche tedesche dato che le nostre siamo già riusciti a rinforzarle anche con un buon testo sugli extra-profitti”. “Mi aspetto aperture dagli altri Paesi Ue, è un tema che l’Italia pone già con grande forza. Non è che Roma per fare una cortesia ai tedeschi – prosegue – poi non fa il proprio bene. Ma è un ragionamento che estendo anche ai partiti italiani: chiedo a tutti coloro che sono favorevoli cosa intendono fare su unione bancaria e fiscalità”. “Non accetteremo proposte lesive per noi. I frugali non sono Paesi industriali ma devono tenere conto del fatto che noi siamo la seconda manifattura d`Europa e che altri Paesi, come la Francia, hanno le nostre stesse posizioni critiche. Ricordo loro che il Patto è di stabilità ma è anche di crescita. Non è che possono tagliare quest’ultima o si fa la fine delle vecchie regole recessive che nel 2008 hanno provocato guai enormi. Ribadisco: io mi auguro si possa trovare un accordo entro Natale ma non vogliamo sia penalizzante per noi”.

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