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martedì, Ottobre 8, 2024

Una nuova panchina rossa per Vanessa Ballan alla Sapienza

Da oggi il Palazzo del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma ospita una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza di genere, dedicata a Vanessa Ballan, vittima di femminicidio. L’inaugurazione da parte della Rettrice Antonella Polimeni si è svolta al termine dello scambio di auguri con la comunità universitaria in vista delle festività natalizie. Come di consueto, durante l’incontro, sono state ripercorse le principali azioni messe in campo da Sapienza, anche nell’ambito del contrasto alla violenza di genere e a favore dell’inclusione e delle pari opportunità. “La panchina rossa esprime simbolicamente l’impegno nel contrasto alla violenza di genere, l’attenzione a un tema così importante che per Sapienza significa azione quotidiana – dichiara Antonella Polimeni – I femminicidi sono un’emergenza che si sta manifestando in tutta la sua drammaticità e che va affrontata fornendo strumenti, servizi e spazi, senza mai dimenticarne la matrice culturale da eradicare senza esitazione. Oggi noi vogliamo ricordare Vanessa Ballan, ultima donna in ordine di tempo entrata in una contabilità macabra e inaccettabile, contro la quale tutte e tutti dobbiamo agire”. Continua la Rettrice: “È nostra intenzione mettere altre panchine in tutta la città universitaria, perché i simboli servono, quando sono sostenuti da azioni concrete: come Sapienza abbiamo il centro antiviolenza nella sede di San Lorenzo, la consigliera di fiducia per le segnalazioni di molestie, il servizio di counseling psicologico, corsi di formazione e di laurea dedicati al tema e altre iniziative formative per la comunità saranno attive dal 2024. Simboli e impegno, insieme, sempre.” La panchina è stata collocata nel Palazzo del Rettorato, nello spazio antistante l’Aula magna, in corrispondenza dell’accesso allo scalone monumentale, ora in fase di ristrutturazione: “Vogliamo che a lavori conclusi in primavera, le porte del Rettorato si aprano restituendo all’esterno, in una sorta di osmosi, l’immagine di questo simbolo così potente”, conclude Polimeni.

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