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lunedì, Ottobre 7, 2024

La Procura di Roma indaga per rogo doloso. Sotto sequestro l’impianto Tmb1


Incendio doloso. E’ questa l’ipotesi di reato con cui la procura di Roma ha aperto oggi un fascicolo per il rogo divampato domenica alla discarica di Malagrotta. E’ l’ipotesi più grave quella scelta da piazzale Clodio. La prima informativa dei Vigili del Fuoco è arrivata sul tavolo degli inquirenti. 
Posto sotto sequestro l’impianto per il trattamento dei rifiuti Tmb1, epicentro delle fiamme che in poche ore hanno inghiottito circa 15 mila metri quadri. Si lavora anche sulle telecamere di videosorveglianza posizionate all’interno e all’esterno del sito. Una di queste era stata trovata in terra dai Vigili del fuoco. Le immagini potrebbero essere utili a capire se c’è una mano dietro il rogo. A chiedere di fare luce sull’accaduto è anche Manlio Cerroni, ex patron di Malagrotta. E’ lui a porre l’accento sui gravi danni causati – scrive – all’unico impianto superstite al servizio della Capitale, a soli 18 mesi dall’ultimo rogo che ha interessato la discarica.
Cerroni chiama in causa anche l’amministratore giudiziario del sito. Sarà lui a dover rispondere nel caso venisse accertata l’assenza di operatori il giorno del rogo, aggiunge. Da verificare anche se l’automezzo anti-incendio di cui Malagrotta dispone da sempre fosse operativo e disponibile.
E sulla qualità dell’aria arrivano i primi risultati dei campionatori mobili dell’Arpa. Quello posto a 100 metri dall’impianto ha rilevato tracce di diossina in leggero aumento rispetto alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ma contenuto.  Domani ci sarà il sopralluogo del presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie Jacopo Morrone. Seguirà una serie di audizioni: al centro non solo le cause del rogo ma anche – sottolinea Morrone –  il susseguirsi di incendi nell’impianto, di cui andrà accelerata la messa in sicurezza.

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