“Come ricorda Primo Levi nel suo libro-testimonianza ‘Se questo è un uomo’, quando lui allo stremo delle forze era moribondo, si trovò di fronte questi giovani soldati russi che erano quasi spaesati, inorriditi e non riuscivano a comprendere cosa gli si parava di fronte, questo campo di sterminio con degli spettri umani.” Racconta così Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, il 27 gennaio 1945, quando furono aperti i cancelli di Auschwitz. Quella data fu scelta nel 2005 dalle Nazioni Unite per celebrare ogni anno il “Giorno della Memoria” per commemorare le vittime dell’Olocausto. Molte le iniziative organizzate per l’occasione anche quest’anno, 60 patrocinate dal comune di Roma, alcune realizzate dalla Comunità ebraica della Capitale.