E’ morto a 76 anni Alfredo Castelli, uno dei più poliedrici autori del fumetto italiano. Milanese di nascita, iniziò giovanissimo, a soli 18 anni, col personaggio di Scheletrino. Collaborò, tra gli altri, col “Corriere dei Ragazzi”, “Eureka” e il Giornalino”, fino a diventare già nei primi anni ’70 una delle colonne di quella che oggi è la Sergio Bonelli editore. Nel 1982 creò “Martin Mystère”, il detective dell’impossibile, ancora oggi in edicola. Con lui se ne va non solo un prolifico autore ma un grande storico del fumetto inteso come pilastro della cultura popolare. Era l’aprile del 1982 quando nelle edicole, tra i giornali che raccontavano la guerra delle Falkland, le mosse del governo Spadolini e il duello scudetto tra Juventus e Fiorentina, spuntava il primo albo di Martin Mystère, il detective dell’impossibile, uno dei personaggi che ha segnato la storia del fumetto italiano.
“In realtà Martin, o comunque un’idea di quello che poi è diventato, esisteva da tempo – ci racconta Alfredo Castelli, creatore, o meglio “umile biografo”, come lui ama definirsi, del professore newyorchese-, perché esisteva quello che c’è intorno a me: i libri, gli oggetti, la curiosità, il mio patrimonio mentale, insomma. C’erano già tutti gli stimoli che mi hanno portato a inventare un personaggio che amasse questo tipo di cose. All’inizio doveva essere solo un archeologo, poi via via si è occupato di tutto quello che c’è di curioso, dei misteri e dei “mysteri”, ossia fatti strani che possono essere lontanissimi ed esotici ma che possono trovarsi anche nel cortile sotto casa”.