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mercoledì, Luglio 24, 2024

Cutro, corteo un anno dopo il naufragio. Famigliari delle vittime: causa allo Stato

A Crotone, in piazza Pitagora, è partito il corteo organizzato dalla “Rete 26 febbraio” in occasione del primo anniversario del naufragio di Cutro, avvenuto il 26 febbraio 2023, in cui morirono 94 migranti. “Giustizia e verità” e “basta morti in mare” sono alcuni degli slogan. Alla manifestazione, sotto una pioggia battente, partecipa anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, insieme ad altri esponenti politici e del mondo dell’associazionismo e del volontariato. “E’ passato un anno dalla terribile strage di Cutro, e saremo a Steccato di Cutro e poi a Crotone per continuare a chiedere come un anno fa verità e giustizia per quella strage con 94 morti e diversi dispersi, di cui 34 bambini”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Siamo qui per chiedere verità e giustizia e fare la stessa domanda di un anno fa al ministro Piantedosi e al governo non avendo ancora oggi avuto risposte, e cioè perché, nonostante le informazioni e le segnalazioni, non sono partiti i mezzi più adeguati per i soccorsi”, ha aggiunto. I familiari delle vittime della strage di Cutro e alcuni sopravvissuti hanno deciso che faranno causa allo Stato italiano. “Abbiamo svolto delle indagini difensive, abbiamo raccolto testimonianze di sopravvissuti che hanno riferito di aver visto un elicottero sopra la loro imbarcazione il giorno prima della tragedia”, spiega l’avvocato Marco Bona, socio fondatore dello studio Bona Oliva e associati che rappresenta i sopravvissuti e circa 50 familiari. “Stiamo conducendo – prosegue – una serie di accertamenti tecnici con dei consulenti, degli ingegneri navali, con un ammiraglio, perché ci sono tante questioni da approfondire. Vogliamo arrivare pronti a imbastire una causa contro lo Stato italiano perché gli elementi che sono emersi crediamo siano fondati”. Lo studio andrà avanti parallelamente al processo penale di cui si attenderanno gli esiti delle indagini, “ma non ci sentiamo vincolati alla durata naturale del processo finale, sarà un’iniziativa indipendente” perché il processo penale “accerta le responsabilità individuali, ma in una tragedia di questo tipo è anche molto importante accertare le responsabilità istituzionali e organizzative, al livello ministeriale e di governo e anche al livello dell’agenzia europea Frontex”. “Il naufragio poteva essere evitato” Dalla Germania sono arrivate Nigeena Mamozai e la cognata Adiba Ander, sopravvissute al naufragio di Cutro, venute a Crotone per i tre giorni di eventi organizzati dalla “Rete 26 febbraio”. “Vogliamo giustizia. Il naufragio – è la loro testimonianza – poteva essere evitato. Un elicottero ha sorvolato la Summer Love circa sette ore prima che la barca si infrangesse” su una secca a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro. “Non era un aereo”, spiegano, stanche e provate dal viaggio e dai dolorosi ricordi.

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