E’ polemico e proprio non ci sta l’avvocato Stefano Bertollini, uno dei possibili candidati alla carica di sindaco di Anzio quando si tornerà al voto per le elezioni amministrative. Intervenendo come relatore nel convegno “Anzio, Duemilaventiquattro”, è stato critico con la richiesta della Commissione straordinaria che amministra Anzio da novembre 2022 di una proroga di sei mesi del commissariamento del Comune. “Abbiamo preso lo spunto per organizzare questo incontro – ha detto nel suo intervento – dall’assenza, in questo momento, di una autorevolezza che possa rappresentare i cittadini. Ci rappresentano tre commissari che continuano a chiedere, scusate ma io ce l’ho qui, e lo debbo dire, la proroga del commissariamento di Anzio. A me non va giù. Non lo so per quale ragione. Chiedo soltanto che mi venga detto. E’ giusto accettare certe decisioni dell’autorità che vanno rispettate e accettate, anche se non le si condividono, ma almeno ci sia consentito di conoscere i motivi”. L’avvocato Bertollini ha quindi proseguito il suo intervento sul futuro del porto di Anzio. “Capo d’Anzio – ha spiegato – è stata costituita per realizzare il porto, ma ha solo prodotto danno economico alla città a leggere il bilancio. Doveva realizzare l’unico porto che vive nella città, che sta nella città e invece non si riesce a cavare un ragno dal buco. E non si riesce a capire che questo porto è essenziale perché è un generatore di ricchezza. Ho fatto studi su quello che potrebbe produrre un porto: crescita sociale, ambientale, culturale. E invece è dal 2000 che continuiamo a parlarci intorno. E poi chiedo in questa sede se qualche cittadino sia mai stato interpellato circa i progetti di realizzazione del porto, ma non credo. Hanno fatto tutto quelli che hanno costituito la Capo d’Anzio e quelli che si sono succeduti nel tempo. La società è stata costituita per realizzare il porto, non per gestire il porto – ha proseguito Bertollini -. Adesso abbiamo il meraviglioso risultato che Capo d’Anzio ha tre dipendenti amministrativi e dieci operai”. Nel suo intervento ha quindi analizzato le condizioni disastrose del bilancio della società. “Quel che è peggio – ha detto in proposito – è che abbiamo impegnato il patrimonio del Comune, ci siamo indebitati con una perdita di 600.000 euro sull’ultimo bilancio, con 1,6 milioni di debiti di cui 1,4 di canoni demaniali non versati e 194 mila euro per il dragaggio. E’ arrivato il momento che la comunità che viva intorno al porto venga coinvolta perché possa esprimere un’idea. Dopo è chiaro che chi comanda deve decidere, ma credo che sia indispensabile l’interlocuzione con la società. Serve un tavolo permanente – ha concluso il suo intervento – perché le amministrazioni pubbliche dovranno anche capire che c’è una città che ragiona. Abbiamo abdicato all’idea di porto lasciandolo ad altri, alla Capo d’Anzio, e non è possibile. Prima o poi ritornerà la democrazia compiuta, prima o poi la società saprà valutare finalmente cosa andrà fatto per la ripresa di una crescita diventa assolutamente indispensabile”.