Sabato a Ladispoli, alle 17.30 presso la sala conferenze della Biblioteca Peppino Impastato, l’associazione di volontariato Mamme Etrusche, la Cooperativa Pixi, l’Associazione Sostegno Consumatori e l’ass. Dalla Parte dei Bambini Onlus, faranno RETE e si mettono attorno ad un tavolo per discutere sulle tematiche della violenza domestica, la violenza sulle donne e quella sui minori. Una tavola rotonda di esperti del campo che verterà dal bullismo, alla dispersione scolastica, allo stalking, ai maltrattamenti in famiglia. Analizzando sia i problemi e le conseguenze psicologiche che quelle legali. Il nostro percorso inizia dalle devianze ponendo attenzione sul contrasto tra determinati comportamenti e regole sociali dalle quali scaturiscono le devianze, cioè un insieme di comportamenti che infrangono il complesso dei valori che, in un dato momento storico e in un determinato contesto sociale, risultano validi e fondanti in base alla cultura del gruppo sociale dominante. La devianza si pone nei confronti della delinquenza in rapporto di genere a specie, nel senso che, se è vero che il delinquente è anche un deviante, un deviante non è necessariamente un delinquente. Devianza e delinquenza, quindi, non sono comportamenti definibili in assoluto, ma in funzione del contrasto tra determinati comportamenti e le regole sociali. Parleremo poi di come i rapporti in famiglia siano determinanti per lo sviluppo dell’individuo e di come essi se abbinati a devianze possano sfociare in età adulta in problematiche più gravi ancora. Ma è importante sapere che tutte le forme di disadattamento e trasgressività, corrispondono all’acquisizione di un ruolo o di una identità sociale, che può essere individuale o di gruppo, che si raggiunge mediante la messa in atto di comportamenti che infrangono una norma socialmente accettata e condivisa. In adolescenza tali comportamenti si possono manifestare con modalità che si differenziano per persistenza e gravità, da atteggiamenti più di natura oppositiva, quali il disobbedire o mentire, la violazione di leggi, l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti, il vandalismo e la violenza contro la persona. Uno sportello antiviolenza costante, presente, aperto senza interruzioni, sarebbe in grado di fare un lavoro eccellente e garantirebbe un sostegno psicologico fondamentale alle donne ma anche ai minori, in particolare adolescenti. Ma dovrebbe continuare a seguire questi ragazzi e ragazze anche dopo la maggiore età, uno sportello che sia un vero centro di aggregazione operante per le soluzioni dei problemi di questo tipo. Un aiuto concreto alle famiglie ed a tutta la comunità. Basta con sportelli antiviolenza annunciati e propagandati ed aperti solo ad intermittenza in dati giorni ed orari. Il sostegno è importante che sia continuo e costante per raggiungere una cura, una sicurezza, una serenità che dobbiamo essere in grado di garantire in una società civile.