lunedì, Dicembre 2, 2024

Comuni in rivolta contro il governo e 1,25 miliardi di tagli. “Decisione assurda, fermateli”

Comuni ed enti locali in rivolta contro il governo per l’annuncio del Mef di tagli stimati in 1,25 miliardi a loro carico. “Fermatevi, fermiamoli” è il grido di allarme dell’Unione delle Province (Upi) dell’Emilia-Romagna che segue pari passo quello dell‘Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. In particolare Anci, per voce del presidente Antonio Decaro bolla come “assurda, paradossale”, irragionevole” la decisione di distribuire i tagli della spending review “colpendo di più a quei Comuni e Province che hanno più usufruito del fondi Pnrr”. In definitiva, la decisione del Mef per Decaro “contraddice lo spirito e le finalità del Pnrr e mette a rischio la gestione delle opere pubbliche”. Nel mirino è il parametro di assegnazione dei tagli ai singoli enti locali, riportato nella bozza di decreto attuativo preparato dal ministero dell’Economia e anticipato sul Sole 24 Ore del 25 maggio. In pratica, metà dei tagli è misurata in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023. In sostanza “quest’anno, il conto a carico di Comuni, Città e Province è di 250 milioni, ma fa parte di una cura che fino al 2028 vale 1,25 miliardi”. Per Upi parla il suo presidente Andrea Massari, che è anche sindaco di Fidenza e numero uno della Provincia di Parma, riprendendo le medesime preoccupazioni. “Lo scenario emerso dice che la parte consistente delle riduzioni di fondi “colpiranno più forte” gli Enti locali che hanno ricevuto più progetti e risorse Pnrr. Ebbene, “se il Governo non si ferma farà un errore devastante per il Paese”, avvisa il presidente dell’Upi che invita a unirsi alla manifestazione gli amministratori e i parlamentari di ogni colore. “Credo che una minaccia del genere imponga a tutti gli amministratori, di qualunque schieramento, di mobilitarsi per sensibilizzare i parlamentari dei propri territori per fermare questa follia. A quattro anni dall’insorgere della pandemia, noi amministratori siamo tutti al lavoro per raccogliere ogni singolo euro che l’Europa, grazie al Pnrr, ci sta mettendo a disposizione. Risorse che stiamo investendo nel futuro e che sono indispensabili per servizi e strutture per asili, materne, scuole superiori, impianti sportivi, strutture per il sociale e per la sanità, oltre agli indispensabili interventi su ambiente e mobilità”, elenca Massari. “La gran parte di questi investimenti non avrebbe mai, ripeto mai, visto la luce se non avessimo avuto a disposizione il Pnrr”, puntualizza ricordando che “senza questo piano straordinario di investimenti il nostro Paese entrerebbe in stallo”. Comuni e Province, continua Massari, “hanno lavorato e stanno lavorando con impegno e fatica per garantire questi interventi alla collettività. Si lavora per fare bene e presto e posso garantire che è una corsa ad ostacoli quotidiana complicatissima. Ma ci stiamo riuscendo. Tagliare, ora, risorse correnti significa far morire progetti già avviati e in alcuni casi già conclusi”. Significa prepararsi a “ennesime e numerose cattedrali nel deserto“, denuncia, riprendendo i timori analoghi espressi sullo stesso tema dalla segretaria del Pd Elly Schlein “Va poi spiegato ai parlamentari- incalza Massari- che i Comuni e le Province stanno aggiungendo risorse proprie su ogni progetto per sostenere i maggiori costi dovuti al caro materie prime ed energia. Va spiegato che sono necessari aumenti delle risorse di parte corrente per i nuovi servizi ed invece si pensa a tagliare addirittura quelle esistenti”. In definitiva, “Se il Pnrr fallisce il Paese deraglia. Fermatevi. Fermiamoli”, esorta quindi il presidente dell’Upi. Anche amministratori di peso si uniscono alla protesta di Anci e Upi Emilia Romagna, proprio dalla stessa Regione, il governatore Stefano Bonaccini, presidente del Pd, non esita a parlare di vero e proprio sabotaggio. “Ho come la sensazione- manda a sire- che qualcuno voglia sabotare da dentro la riuscita del Pnrr, facendo perdere all’Italia una montagna di miliardi”. Per Bonaccini tagliare risorse ai Comuni che p iù stanno spendendo i fondi del Pnrr “è, prima ancora che sbagliata, davvero incomprensibile” perchè “colpisce proprio quei Comuni e quelle Province che più sono impegnati in questo sforzo titanico”. Il suo auspicio è che si proceda “a correggere immediatamente, come hanno dovuto fare per altri provvedimenti recenti, annunciati e poi ritirati”. Spostandosi dall’Emilia Romagna alla Capitale, la musica non cambia. Anche per il sindaco Roberto Gualtieri “la spending review per i Comuni è una misura sbagliata che si aggiunge alla mancata compensazione dell’aumento del 10 per cento di tutti i costi diretti e indiretti e rischia di scaricarsi sui servizi e sui cittadini più deboli”. E lo stesso primo cittadino fa i conti della “perdita”: “Per Roma si tratta di un taglio di 81 milioni in 5 anni. Insieme alla mancata compensazione degli effetti dell’inflazione, pari ad almeno 60 milioni, significa una contrazione della capacità di spesa che arriva a 140 milioni”. Un errore dunque “il governo ci ripensi”, manda a dire infine Gualtieri. Un altro amministratore Pd non la manda a dire: “Come più volte paventato, dinanzi ad un’Italia che cresce meno delle previsioni, ovvero lo 0,6% a fronte di un 1,2% previsto, così come certificano enti quali Bankitalia e l’Istat, con una Legge di Bilancio che poggia per due terzi sul debito, cos’altro poteva accadere se non che la Premier Giorgia Meloni ed il suo Governo mettessero in campo l’ipotesi di tagli agli enti locali?”. Sono le parole di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane, coordinatore dei sindaci Pd e candidato alle prossime europee, con il Partito Democratico, nella Circoscrizione Centro. “Il riferimento- chiarisce- naturalmente, è alla bozza di decreto interministeriale che, come osservano anche gli amici dell’Anci, comporterebbe tagli a quei Comuni che più hanno beneficiato dei fondi Pnrr. Un assurdo, se pensiamo che gli investimenti Pnrr sono destinati alla realizzazione di opere pubbliche e servizi ai cittadini come infrastrutture ed asili nido”, prosegue Ricci. “Il taglio previsto- conclude- non solo scoraggerebbe la piena riuscita degli obiettivi del Piano, ma sarebbe un duro colpo proprio per la crescita del Paese, che necessita un impegno forte negli investimenti pubblici”.

(Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)

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