Estro e spregiudicatezza, generosità e lavoro di squadra ma con una dirompente, personalità e individualità. Nato a Civitanova Marche 24 anni fa, è un figlio d’arte: una famiglia super sportiva, tutti hanno praticato e con passione ed il suggerimento sulla barba a metà, sembra, viene dal padre: un giorno del 2011, dove vince – forse, si dice a tavola in famiglia, propiziato proprio da quella curiosa mezza barba – dopo aver seguito il consiglio paterno. Non è un novizio delle medaglie, e no (l’ultima l’oro ieri agli Europei di Roma con 2.37) ed alle sue passioni, lontano dalla pedana: dai record nei salti verso l’alto all’amore per il basket, che l’aveva portato – anche! – sul parquet. Eppure, Gimbo partiva da una delle peggiori misure stagionali: veniva da 279 giorni a digiuno di gare. Il 2024 – senza infortuni e influenze – è stato segnato da un ostacolo mentale, tre settimane di “black-out assoluto”, come dichiarà alla stampa, 15 giorni fa, aveva attraversato “Un buco nero nervoso: penso di aver chiesto troppo al mio fisico toccando il fondo”. Ma agli Europei, ecco la rinascita, gioiosa. Di magrezza quasi impressionante (dichiara il 3,3% di massa grassa, praticamente privo di grassi), generoso di natura e iper reattivo sul campo: si è visto, nelle telecronache sportive di roma, tifare ed abbracciare ogni azzurro a portata di mano, salutando i tifosi in uno stato di esaltazione misto a gioia per essere lì, a Roma, ma forse, con la testa già a Parigi, dove proverà – una promessa non scritta nè dichiarata da Gimbo – a bissare il titolo olimpico già agguantato. Digiuno di cibo, a giudicare dall’esile ma potentissima figura atletica, “Gimbo” non è affatto digiuno di medaglie, l’altista italiano è campione olimpico ai Giochi di Tokyo 4 anni fa, nel 2020, e campione del mondo ai mondiali di Budapest 2023. Questa è storia.
Tamberi vola a 2.37, Battocletti oro nei 10mila. Tutti i segreti di Gimbo. Le molle nelle scarpe. Cosa succede all’Italia? I “guasconi” dei record
