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martedì, Luglio 23, 2024

Falerii Novi svela i suoi segreti archeologici

L’agro falisco continua a stupire con le sue meraviglie archeologiche. Giovedì 20 giugno alle ore 17 verranno presentati presso la chiesa di Santa Maria di Falleri i risultati della terza campagna di scavo, condotta da un team internazionale che coinvolge la British school at Rome, le università di Toronto, Londra, Harvard, Firenze e Ghent. Gli scavi sono stati condotti su concessione del Ministero della cultura sotto l’egida della soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggi per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, con il gentile permesso del proprietario Gianluca Mancini. Anche quest’anno il gruppo di studenti internazionali è tornato ad occuparsi dei reperti rinvenuti durante le ricerche nei tre differenti edifici (spazi urbani), che occupano l’area adiacente la chiesa di Santa Maria. E’ stato riaperto lo scavo del macellum, utilizzato con funzione di mercato e datato all’incirca intorno al quarto secolo dopo Cristo dove, durante il primo sopralluogo, furono rinvenuti strumenti per la macellazione, e anche una tubatura d’acqua che ha fatto presupporre una ristrutturazione più recente. Una Domus, che ha restituito l’idea del tessuto residenziale della città. Storicamente la Domus era una casa appartenente a ricchi aristocratici. In quel caso furono ritrovati oggetti di lusso risalenti al 5°secolo d.C., e una parte della costruzione pare sia collocabile al periodo medievale, frutto di successive ricostruzioni. Una terza area di scavo è stata infine aperta ex novo nell’angolo settentrionale del foro, dove sono state scavate una serie di taberne interessate da diverse trasformazioni nel corso dell’antichità. Durante gli scavi furono rinvenuti reperti in ceramica e ossa di animali, oggetto di studi accurati. Dopo i saluti del sindaco Claudio Ricci gli interventi saranno ripresi dai professori Stephen Kay (British School at Rome), Seth Bernard (università di Toronto), Emlyn Dodd (università di Londra), Meg Andrews e Adeline Hoffelinck (università di Harvard).

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