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lunedì, Luglio 22, 2024

Il presidente della comunità indiana nel Lazio: “Satnam trattato come un animale”

“Singh Satnam è stato trattato come un animale”. Lo ha detto Gurmukh Singh, presidente della comunità indiana del Lazio a “Mattino Cinque News”. Dopo la tragica morte del connazionale bracciante, vittima di un incidente sul lavoro che gli ha tranciato un braccio e abbandonato in strada a Cisterna di Latina, senza che il datore di lavoro abbia allertato tempestivamente i soccorsi. Gurmukh Singh ha parlato di una situazione sempre più difficile per i lavoratori indiani: “Dobbiamo chiedere giustizia, quello che è successo non deve succedere mai. Parliamo di giustizia, ma ogni giorno muore Satnam Singh. I nostri ragazzi hanno paura di perdere il lavoro e spesso rimangono in silenzio, per questo chiediamo più controlli dentro le case e dentro le aziende”. “Siamo passati davanti a questa azienda criminale e ci sono ancora persone che lavorano – ha detto uno dei lavoratori indiani in collegamento con “Mattino Cinque News” -. Non so che controlli abbiano fatto, però se i controlli devono aumentare se mettono in una cassetta in un braccio tagliato. Le persone che non hanno documenti hanno sempre molta paura di uscire di casa”. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Cisterna di Latina e della stazione di Borgo Podgora di Latina, già intervenuti sul posto dopo una segnalazione. Ancora da accertare le cause dell’incidente: il 31enne probabilmente è stato agganciato da un macchinario avvolgi plastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Dopo l’incidente è stato abbandonato nei pressi della propria abitazione, mentre il braccio tranciato è stato lasciato dentro una cassetta per la raccolta degli ortaggi. La procura di Latina, guidata da Giuseppe De Falco, ha iscritto nel registro degli indagati Antonello Lovato, il titolare dell’azienda dove lavorava Satnam Singh. Il padre di Antonello Lovato, Renzo Lovato, è indagato da cinque anni per reati di caporalato: è quanto emerge da un documento della Procura di Latina. Si tratta di un’indagine relativa a un procedimento antecedente rispetto alla tragedia del 19 giugno. Renzo Lovato è accusato, in concorso, di avere sottoposto “i lavoratori, almeno sei, a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno”, corrispondendo una retribuzione inferiore a quella stabilita dal contratto nazionale. Inoltre, avrebbe violato la “normativa sull’orario di lavoro, sulla sicurezza e sull’igiene dei luoghi di lavoro”.

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