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domenica, Giugno 30, 2024

Oggi la festa dei Santi Pietro e Paolo: tradizione antica, carica di significati

29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo. I Patroni di Roma, ma anche gli apostoli della fede che, entrambi nella Città Eterna, trovarono la morte durante le persecuzioni dei primi Cristiani, uno decapitato alle Tre Fontane e l’altro crocifisso a testa in giù (per volontà della vittima che si considerò indegno di una morte come il Cristo) sul colle Vaticano, dove era il Circo di Caligola, del quale l’attuale obelisco di Piazza San Pietro, 400 metri più ad ovest, ne era il centro della spina. Sulle loro tombe nacquero poi due delle attuali quattro basiliche papali. Anche l’iconografia di questi due personaggi storici – perché ne è accertata la vita e la morte – è importante: San Pietro ritratto sempre con la barba tonda e riccia ed in mano le classiche chiavi del Regno dei Cieli consegnategli da Gesù e Pietro, l’apostolo delle genti, con invece la barba a punta tipica degli intellettuali che tiene nelle mani un libro e la spada. In questa giornata messa solenne nella Basilica di San Pietro (ore 9,30) che si aprirà con la benedizione dei Sacri Pallii, quelle stole confezionate con la lana degli agnelli benedetti nel giorno di S. Agnese e poi allevati e tosati nel Monastero delle Tre Fontane per poi essere tessute dalle suore di Santa Cecilia in Trastevere e quindi posto ai vespri del 28 giugno, nella nicchia dei Pallii sulla tomba di San Pietro per l’antica sacralità da contatto. Questo simbolo del peso dell’agnello sulle spalle del pastore ma anche di piena comunione con il Papa, viene indossato dagli arcivescovi metropoliti solo nell’ambito della propria diocesi. Solo il Papa lo indossa in tutte le cerimonie. Quest’anno sono 42 gli arcivescovi che riceveranno il Pallio (fino a pochi anni fa imposto dal Papa in questo giorno ed ora invece consegnato nella propria diocesi da un messo papale), dei quali 5 italiani, gli arcivescovi di Foggia – Bovino; Campobasso- Boiano; Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo; ed Udine, Mons. Lamba già vescovo ausiliare di Roma. Quest’ultimo, riunendo in se anche la carica di arcivescovo dell’antica diocesi di Aquileia, ha il privilegio di vestire di porpora come i cardinali, al pari – sempre nella propria diocesi – del Patriarca di Venezia. La Basilica di San Pietro per l’occasione è vestita a festa: sulla grande cancellata è posta la nassa del Pescatore fatta di bosso intrecciato; Ai piedi del grande altare papale sulla scala che scende alla Confessione viene steso – solo in questo giorno – un tappeto settecentesco tessuto dalle Principesse romane; Sull’altare le statue in bronzo dorato di Pietro e Paolo e la statua di Gesù che consegna le chiavi a Pietro. Ma soprattutto c’è la statua di San Pietro vestita dei paramenti pontificali con il Piviale rosso, dell’anello piscatorio e della Tiara papale al posto dell’aureola che viene smontata. Una vestizione che avviene due volte l’anno: in questa occasione e per la festività della Cattedra di San Pietro. Fuori della basilica la festa si fa di popolo ed ecco dal primo mattino l’infiorata lungo via della conciliazione per accompagnare i fedeli all’Angelus, mentre la sera (alle 21,30) la grande Girandola con fuochi barocchi, sparati dalla cima di Castel S. Angelo. Un dono alla città ed al suo popolo da tempi antichissimi.

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