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domenica, Giugno 30, 2024

Diocesi di Civita Castellana, Nepi e Sutri rivendicano l’autonomia

Il comitato per la Diocesi di Nepi e Sutri, entrambe attualmente accorpate a quella di Civita Castellana, ha intenzione di far valere le proprie istanze attraverso la costruzione di una Chiesa più giovane, dissuadendo l’ala più integralista a ristabilire l’autonomia delle stesse Nepi e Sutri: la data dell’11 febbraio 1986, infausta secondo il presidente del comitato Mario Angelini, ha coinciso con il momento dell’unione nel nome con la diocesi civitonica. Per questo sarà organizzata un’assemblea il prossimo 29 giugno alle 11 nella Sala Nobile del Comune di Nepi. Il presidente ha acclarato la storicità delle motivazioni alla base dell’aggiunta dei nomi di Nepi e Sutri a quello della Diocesi di Civita Castellana: la tradizione fa risalire a san Pietro l’invio del suo discepolo Tolomeo a Nepi, centro in cui si costituì la prima importante comunità cristiana. Ciò è testimoniato dalle catacombe di Santa Savinilla ed è un’argomentazione sostenuta anche dalla rilevanza della donazione di Sutri, avvenuta per decreto del re dei Longobardi Liutprando. Sutri, in quel momento, era nelle mani di papa Gregorio II. Oggi la Diocesi di Civita Castellana raccoglie 41 paesi tra le province di Roma e Viterbo ed è una delle più vaste del Lazio. L’ex Diocesi di Nepi e Sutri, dal suo canto, ne costituisce la maggioranza. Angelini ritiene che la storiografia di Civita Castellana sia “poca cosa rispetto a quella di Sutri e Nepi”, poiché, stando a quanto ha dichiarato, “è stato cancellato anche il nome dei nostri genitori”: il comitato riprende il solco dell’iniziativa incoraggiata dal vescovo Romano Rossi ed Enrico Laurenti, presidente del comitato nel 1986, per una “perplessità rappresentata dal pontefice”. Papa Francesco avrebbe dunque manifestato un atteggiamento di apertura verso la denominazione, da sostenere attraverso una raccolta di firme che Angelini vorrebbe presentare alla Curia vescovile. L’obiettivo dell’attuale presidente del comitato è quello di “rispettare il mondo in cui si è cresciuti, con una storia alle spalle”: l’energia che lo contraddistingue nel suo cammino pacifico per raggiungere una nuova definizione, a suo avviso più fedele al vero dei fatti, è la forza della stessa organizzazione e della sua volontà di crescere.

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