In aula ci sono i due imputati e poco distante la vedova di Mario Cerciello Rega. La sentenza d’appello bis dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Il 26 luglio di 5 anni fa l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri. Accusati del delitto i due americani Elder Finnegan Lee e Gabriel Natale Hjorth. Per i due la Cassazione, a marzo 2023, ha disposto un nuovo processo di secondo grado. La Suprema Corte ha annullato la condanna a 24 anni per Elder e stabilito che si rivedessero la sussistenza delle aggravanti e della resistenza a pubblico ufficiale. Per gli Ermellini, però, non c’è più alcun dubbio che Elder abbia ucciso con 11 coltellate, sferrate in 20 secondi, il militare di Somma Vesuviana. Va rivisto sempre secondo la Cassazione invece il concorso nell’omicidio di Hjorth. “Le pene devono essere giuste”, così in aula il Procuratore Generale nel ribadire le richieste di condanna: 23 anni e 9 mesi per Elder e 23 per Hjorth.
“È stato ammazzato un marito, un figlio, un fratello e un carabiniere”, uno dei passaggi della replica del Pg. “C’è stato un processo di beatificazione dei due imputati da parte della difesa, sostenendo che Cerciello e il collega Varriale fossero degli sprovveduti”, l’affondo del legale della vedova di Cerciello Rega, Massimo Ferrandino. L’avvocato cita anche un episodio: la denuncia a carico di Elder che avrebbe utilizzato a marzo scorso un cellulare in carcere. Se anche per l’accusa Elder non sapeva che si trovasse davanti a due militari e quindi non sussiste l’aggravante della resistenza a pubblico ufficiale, Hjorth invece, italo-americano, conosceva la parola “carabinieri”, sostiene sempre la Procura Generale. Hjorth – sottolinea il Pg – sapeva che Elder avesse con sé un coltello da 18 centimetri e non si sottrae allo scontro con i due militari. Subito dopo l’omicidio poi avrebbe aiutato in albergo Elder a nascondere la lama insanguinata con cui l’amico aveva massacrato Cerciello.
Omicidio Cerciello: battute finali per l’Appello bis
