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martedì, Luglio 16, 2024

Chiazze in mare, torna l’incubo

L’incubo delle chiazze galleggianti non sembra finire. Più che scie sospette, nel fine settimana appena trascorso, i villeggianti sulle spiagge di Campo di Mare hanno puntato l’indice su dei frammenti marroni non identificati. A vista d’occhio sembrerebbero escrementi ma soltanto dei rilievi da parte delle autorità competenti potrebbero confermare o meno l’ipotesi inquinamento. «Siamo andati via in fretta – scrive un presente – dopo aver calpestato a piedi nudi questa roba sul bagnasciuga. Proseguendo verso Torre Flavia era tutto così». Le immagini hanno fatto presto il giro dei social e sono state pubblicate sul gruppo Facebook “Cerveteri e Cerenova”. Un allarme era partito la settimana scorsa ma in quel caso le macchie scure e maleodoranti erano da addebitare a fenomeni naturali dopo il sopralluogo della Capitaneria di porto di Ladispoli-San Nicola che aveva attivato l’Arpa per i necessari rilievi nelle acque dello Zambra. Anche in questo caso la guardia costiera, coordinata dal comandante Cristian Vitale, predisporrà nuovi controlli per fugare ogni dubbio anche se sostiene si tratti di mucillagine che può formarsi in alcuni periodi, specie quelli più caldi. Eppure ultimamente a rassicurare ulteriormente Marina di Cerveteri ci aveva pensato l’associazione ambientalista Goletta Verde classificando la foce del fiume Zambra, quello che finisce la sua corsa a Campo di Mare, «entro i limiti», perciò non inquinato, al contrario ad esempio del fosso Vaccina di Ladispoli declassato rispetto agli ultimi due anni. L’Arpa Lazio invece aveva stabilito «eccellente» quel tratto ladispolano ma per le normative è proibito fare il bagno a ridosso dei torrenti nonostante lo stato di salute dell’acqua non risulti negativo. Un grattacapo questo per chi si ritrova sulle spiagge che non ha capito se può fare il bagno vicino ai fiumi oppure no.

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