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giovedì, Luglio 18, 2024

Condannato a due anni e sei mesi Giovanni Canio Mazzaro, ex compagno di Daniela Santanchè

L’ex compagno della ministra Daniela Santanchè, Giovanni Canio Mazzaro, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi a Milano nel processo per sottrazione fraudolenta di beni e dichiarazione infedele dei redditi, commessi quando era amministratore di Bioera e Ki Group. A deciderlo è stato il giudice del Tribunale Emanuele Mancini, che ha disposto anche la confisca di oltre 644mila euro. La vicenda riguarda una presunta “schermatura” della vendita dello yacht ‘Unica’ per aggirare il Fisco. Vicenda per la quale è stata archiviata in passato la posizione della senatrice di FdI. Sei mesi in meno rispetto alla richiesta del pm Il giudice monocratico della seconda sezione penale, Emanuele Mancini, ha condannato l’imprenditore a 6 mesi in meno rispetto alla richiesta del pm Paolo Filippini, perché ha considerato la continuazione dei reati contestati. Inoltre ha disposto le pene accessorie di rito. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
Le accuse Canio Mazzaro, che lo scorso dicembre ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione di Bioera di cui ha un pacchetto di quote, stando alle indagini, nel 2013 avrebbe evaso le imposte: avrebbe fatto confluire, “in base ad accordi di reversibilità”, i suoi redditi su M Consulting, società interposta, in modo da indicare nella dichiarazione dei redditi una cifra inferiore a quella percepita. Quindi, come si legge nel capo di imputazione, avrebbe accumulato un debito nei confronti dell’Erario di circa 1,5 milioni di euro in totale. Ma per “sottrarsi al pagamento delle imposte e rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva del credito da parte del Fisco”, il 1° aprile del 2019, avrebbe simulato l’alienazione di un’imbarcazione, chiamata ‘Unica’ e di cui era proprietario, a Biofood Italia srl, all’epoca rappresentata dall’ex compagna Santanché, per 393mila euro.
Una vendita, secondo l’accusa, che sarebbe avvenuta senza che venisse versato alcun corrispettivo a Mazzaro. Il 24 aprile successivo la stessa barca sarebbe stata ceduta da Biofood a una società di diritto maltese, la Flying Fish Yachting ltd, l’effettivo compratore, alla medesima cifra di cui la Procura aveva proposto la confisca e che il Tribunale, in sentenza, ha raddoppiato. Il pm Filippini, durante la sua requisitoria, aveva sottolineato: “Quando la barca sparisce, spariscono anche i soldi e, così, frustra definitivamente ogni pretesa del fisco” aggiungendo che si è trattato di una “vendita finalizzata a far sparire l’unico bene aggredibile e il suo provento”.
Il legale di Canio Mazzaro: “Ricorreremo contro la condanna” “Ci aspettavamo un esito diverso ovviamente, leggeremo le motivazioni ed è ragionevole ritenere che proporremo appello”, ha commentato l’avvocato Matteo Mangia, legale di Canio Mazzaro. Riguardo al fatto che il giudice della seconda sezione penale, Emanuele Mancini, abbia disposto una confisca molto più elevata rispetto a quella richiesta dal pm (da 393mila euro), l’avvocato Mangia ha risposto: “Leggeremo anche su questo le motivazioni”.

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