martedì, Novembre 26, 2024

COLTIVARE LA MEMORIA PER NON DIMENTICARE

Promuovere la cultura della legalità, favorire una solida educazione al senso civico, insegnare il valore profondo del rispetto delle regole, diffondere i valori della cittadinanza e della democrazia: questi sono solo alcuni degli obiettivi dell’incontro che si è svolto venerdì 24 febbraio presso l’Aula Consiliare del Comune di Ladispoli, in occasione della presentazione del libro “Noi, gli uomini di Falcone” scritto dal Generale Angiolo Pellegrini con il giornalista Francesco Condoluci. Fra i presenti, c’erano anche gli allievi dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” di Ladispoli. Dopo gli interventi introduttivi del Presidente del Lions Club di ‘CerveteriLadispoli’ Paolo Emilio Mariani, del Sindaco di Ladispoli Crescenzio Paliotta e del Presidente dell’Associazione “Il treno” Giancarlo Cantonetti, ha preso la parola il Generale Pellegrini. “Ho voluto scrivere questo libro per ricordare le vittime della mafia, le tante persone che si sono sacrificate per lo Stato e le istituzioni, eppure sono state rapidamente dimenticate. – ha dichiarato il Generale Pellegrini – L’ho scritto soprattutto pensando ai ragazzi, che conoscono così poco della storia recente d’Italia. Voglio che i giovani sappiano chi era Giovanni Falcone”. L’educazione alla legalità deve partire dalla famiglia e dalla scuola – ha affermato la Preside dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli Prof.ssa Vincenza La Rosa – L’esperienza dimostra, purtroppo, che gli atteggiamenti antiscolastici si trasformano spesso in comportamenti antisociali. E’ dovere di ogni Istituzione formativa promuovere negli studenti la conoscenza delle regole ed insegnare i valori fondanti delle relazioni personali e giuridiche: dignità, libertà, solidarietà, sicurezza, legalità. Essere cittadini attivi – ha concluso la Preside – non significa soltanto acquisire la capacità di esercitare e difendere i propri diritti, ma anche quella di rispettare i doveri della società in cui si vive. Figure come quelle del giudice Paolo Borsellino e Giovanni Falcone devono rimanere, per i nostri allievi, modelli di comportamento ed esempi di eroismo. E’ nostro compito alimentare la memoria collettiva, soprattutto nelle generazioni che, perragioni anagrafiche, non li hanno conosciuti”. Angiolo Pellegrini, Generale dell’Arma dei Carabinieri, è stato uno degli uomini più fidati del magistrato Giovanni Falcone. Giunto in Sicilia nel 1981 dalla Calabria, ha assistito agli episodi più drammatici della guerra fra Stato e Mafia. Nel gennaio 1981, a Palermo, il capitano Angiolo Pellegrini ha assunto il comando della sezione Anticrimine dell’Arma dei Carabinieri, portando a compimento le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra. Nel libro “Noi, gli uomini di Falcone”, Pellegrini ha deciso di ripercorrere e raccontare i fatti più importanti e i retroscena meno noti di quella terribile stagione della storia italiana: dall’interrogatorio di Tommaso Buscetta in Brasile al maxiprocesso nell’Aula – bunker di Palermo nel 1986. Promosso Maggiore nel gennaio del 1986, è stato assegnato all’Ufficio Criminalità Organizzata del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri: in tale veste ha partecipato e coordinato l’attività anticrimine a livello nazionale e ha svolto un ruolo di assoluto rilievo in vari organismi internazionali. Nel 1992 è stato chiamato a dirigere il Centro Operativo DIA di Reggio Calabria, incarico che ha svolto fino ad ottobre del 1998. Dal primo ottobre 2006 al marzo 2012 è stato Presidente del Consorzio ‘Piana Sicura’, di cui facevano parte la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, l’Associazione Sviluppo Industriale e i Comuni della Piana di Gioia Tauro. Francesco Condoluci, giornalista calabrese, per anni si è occupato di ‘ndrangheta, inchieste ed economia per il Quotidiano della Calabria, il Sole-24 Ore “Sud”, vari periodici ed agenzie di stampa. Nel 2010 si è trasferito in Lombardia, continuando a scrivere peril Sole 24 Ore di criminalità e imprese al Nord. Attualmente lavora a Milano

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