Dal Delegato all’Arte del Comune di Ladispoli, Filippo Conte, riceviamo e pubblichiamo: “La mostra è stata inaugurata sabato 4 febbraio e si può visitare fino al 26 febbraio2017, la sala di via Ancona è aperta tutti i giorni. Ferdinando Bellarini nasce a Laveno Mombello il 2 novembre 1913, una città sulla riva del lago Maggiore, ci lascia nel 2011 alla bella età di quasi 99 anni. La sua carriera nell’arte fu una scalata importante fatta di grandi successi, tanto che ben presto diventa un pittore internazionale, la sua popolarità supera ogni aspettativa. Le sue opere vengono continuamente esposte nelle più prestigiose sale espositive, e famose gallerie d’Arte. Le sue opere sitrovano in vari musei e pinacoteche, sia private che pubbliche, molti comuni tengono esposte le sue opere al loro interno, a partire dall’anagrafe di Roma. Amico intimo del grande Carlo Levi, del grande scultore Angelo Carnevale, di Renato Guttuso, Paolo De Caro, grande paesaggista e ritrattista, amico del maestro Luciano Santoro pittore, scultore e docente, dl maestro Montanarini e altri grandi maestri. Oltre al legame con grandi politici e critici d’arte internazionali qui troviamo tante testimonianze fotografiche e recinzioni scritte dai più grandi critici e storici del momento. Queste preziose testimonianze sono in mio possesso, visto la fiducia e il grande rapporto di amicizia che ci legava, tra l’altro io sono un grande conoscitore della sua pittura, capace di distinguere eventuali sue opere contraffatte. Bellarini mi volle nominare suo biografo personale, questo avvenne davanti al notaio, per cui credo di essere l’unico a conoscere affondo la sua pittura, e l’unico biografo. Infatti il maestro Bellarini quando si trasferì da Roma perritornare nel suo paese mi consegnò tutto il materiale, che faceva riferimento alla sua lunga carriera artistica, diplomi, scritti, foto importantissime, coppe, medaglie, e diversi attestati importanti e fu così che io scrissi la sua prima grande e bella biografia, unica nella sua storia, unica che parla di tutto il suo percorso di vita, sia come uomo, che come artista. Quando si trasferì il nostro contatto era telefonico, io lo chiamavo al telefono anche due volte a settimana, quando seppi che non stava più tanto bene lo chiamavo più spesso, il nostro rapporto era veramente fraterno. Poi tutto silenzio del grande maestro restano le sue opere e una bella storia da raccontare. Questa mostra è per far vivere sempre il suo nome. Un personaggio così non si può dimenticare. Visitate questa storica mostra vi aspetto con piacere”.