domenica, Novembre 24, 2024

Anfiteatro Tagliani gremito per il Tolfa jazz

Scrosci di applausi e tanto successo per le prime due setate del Tolfa Jazz, il meraviglioso Festival di Tolfa, giunto alla XV edizione che è organizzato da Tolfa Jazz APS e dal Comune di Tolfa, con il contributo della Regione Lazio. Gremito l’anfiteatro Tagliani all’interno del giardino della villa comunale di Tolfa: in tanti da Tolfa, dalla capitale e dai comuni limitrofi sono accorsi per ascoltare uno dei pezzi da ’90 della scena musicale mondiale, ossia il talentuoso artista californiano Chris Cain che è tornato a Tolfa dopo sei anni. A presentare la serata l’attrice Daniela Barra, che ha chiamato sul palco il presidente dell’Aps Tolfa Jazz Egidio Marcari, la sindaca Stefania Bentivoglio e il medico senologo del Policlinico Gemelli di Roma, professor Gianluca Franceschini, il quale ha rappresentato la Komen Italia, associazione che da anni è partner del Festival. Il bluesman Cain, 69 anni e una verve invidiabile, è stato accompagnato da una band tutta italiana, capitanata da un’altra vecchia conoscenza di Tolfa Jazz, Luca Giordano, alla chitarra, e poi Abramo Riti all’hammond, Fabio Colella alla batteria e Walter Monini al basso. Cain, ha spesonparole di grande ringraziamento al pubblico per l’accoglienza e ha offerto agli spettatori un caleidoscopio di emozioni proponendo vari classici, soprattutto di BB King, suo ispiratore, e in altri brani più o meno “tender” del blues, lasciando anche lo spazio per assoli dei virtuosi musicisti sul palco. “I love Italy and Tolfa – ha detto alla fine l’artista – tutte le persone che amo di più sono in Italia e questa location, come fu sei anni fa, è sempre bellissima, accogliente e suggestiva”. Cain ha ribadito che deve la sua carriera alla chitarra a BB King ai cui concerti suo padre lo portava fin da bambino a San Josè, città californiana. Al termine del concerto Cain si è concesso ai suoi fan facendosi immortalare in numerosi selfie e firmando moltissimi autografi. Lo spettacolo è proseguito fin oltre la mezzanotte con la fantasiosa e giovane orchesta Mephisto Brass: fiati e percussioni per un repertorio originale basato sull’improvvisazione. Grande riscontro di pubblico anche ieri: molto apprezzato il concerto di Lorenzo Simoni 4TET, composto da alcuni dei migliori giovani musicisti di jazz in Italia: una novità, questa, per il palcoscenico del Tolfa Jazz. Molti applausi anche per il bravissimo sassofonista Simone Alessandrini che ha presentato al Tolfa Jazz in prima assoluta l’opera musicale “Circe”: 12 musicisti in scena che hanno rappresentato un animale che si racconta, con le incursioni el canto di Circe. Il Tolfa Jazz prosegue oggi: alle 18 band di strada animeranno via Roma in un’autentica “atmosfera di New Orleans”. Quella di stasera, poi, sará una sersta contrassegnata da debutti. Alle 18 nella chiesa del Crocifisso Valentina Fin è la voce del sestetto che si esibisce in “Cohors”, un lavoro di ricerca e arrangiamento di brani rinascimentali e barocchi della tradizione belcantistica italiana. Alle 19 nella sala “Il Monte” (Via Frangipane 25) tocca al giovane collettivo Wasted Generation. Dopo i due concerti gratuiti gran finale alle 21.30 all’Anfiteatro con Gabriele Buonasorte che festeggia i 10 anni di attività con il suo quartetto e porta anche a Tolfa “It’s Time”, un viaggio unico dove si intrecciano le varie esperienze musicali dei componenti. La chiusura della magica quindicesima edizione del Tolfa Jazz è affidata al groove pop, R’n’B-soul e un pizzico di Funk, gli ingredienti degli svizzeri The Next Movement e del loro album omonimo, acclamato come il progetto più funky uscito in Europa di recente.Arriva a Tolfa il trio che sta ridisegnando le coordinate di un nuovo funk, fusione di varie influenze, da James Brown a Hendrix, da Miles Davis a Prince. Ma c’è da rilevare che Tolfa Jazz non e solo musica, ma anche arte: è possibile ammirare la meravigliosa installazione di “Dessrt”, dal titolo “Notiamoci”. Per chi volesse assaggiare qualcosa di tipico prima dello spettacolo, l’Us Tolfa offre un menù, cucinato a cura del Rione Sughera; vicino al palco, invece viene servita un’ottima birra artigianale.

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