lunedì, Novembre 25, 2024

Ue, sei raccomandazioni all’Italia sullo stato di diritto e la libertà di stampa

Sono sei le raccomandazioni che l’Italia ha ricevuto dalla Commissione europea sul rispetto dello stato di diritto e la libertà di stampa. Nel report presentato, Bruxelles raccomanda a Roma di impegnarsi nella digitalizzazione per tribunali penali e procure; adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi e istituire un registro operativo per le lobby; regolamentare le informazioni sui finanziamenti a partiti e campagne elettorali; tutelare i giornalisti e garantire l’indipendenza dei media; creare un’istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu. In Italia “i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell’esercizio della loro professione” e il governo è chiamato a “proseguire l’iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti”. Lo scrive la Commissione Ue nelle raccomandazioni a Roma contenute nel report sullo stato di diritto. Bruxelles si sofferma anche sulla Rai, avvertendo che il governo deve “garantirne l’indipendenza” e “finanziamenti adeguati”. “Da stop ad abuso d’ufficio effetti su anti-corruzione” “In Italia, una nuova legge che abroga il reato di abuso d’ufficio e limita la portata del reato di traffico d’influenza potrebbe avere implicazioni per l’individuazione e l’investigazione di frodi e corruzione”, si legge ancora nel report nel paragrafo relativo alla lotta contro la corruzione. Il documento aggiunge, sempre relativamente all’Italia, che “le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione”.
“Attacchi e violenze riducono spazio civico in Italia” “Rimangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce degli attacchi verbali segnalati contro le organizzazioni impegnate in attività umanitarie e delle violenze segnalate contro i manifestanti. Lo spazio civico continua a essere valutato come ‘ristretto’. Gli stakeholder hanno riferito di attacchi verbali da parte di alcuni media e politici contro le organizzazioni, soprattutto quelle che svolgono attività umanitarie, e di episodi di violenza contro i manifestanti da parte della polizia”, recita uno dei paragrafi del report sullo stato di diritto della Commissione Ue dedicati all’Italia. Riforma del premierato sotto la lente della Commissione Ue Anche la riforma del premierato è finita sotto la lente del report sullo stato di diritto della Commissione Ue. “Con questa riforma, non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro. Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità”, scrive Bruxelles nel paragrafo IV del “Country Report” dedicato all’Italia. All’Ungheria la maglia nera sullo stato di diritto Il quinto rapporto sullo stato di diritto della Commissione Ue fotografa ancora una volta un’Ungheria da maglia nera. Budapest colleziona nel 2024 il maggior numero di raccomandazioni, ben otto, oltre a registrare “nessun progresso” in diversi ambiti, tra cui la lotta alla corruzione ad alto livello, la riforma sul lobbismo, l’indipendenza dei media del servizio pubblico, la promozione di uno spazio civico sicuro. La sospensione dei fondi europei “persiste poiché – si legge nel report – non sono state adottate nuove misure per risolvere le questioni in sospeso relative allo stato di diritto e alla lotta alla corruzione”. L’Ue ha dato il via alle procedure per deficit eccessivo in sette Stati europei, tra i quali anche l’Italia. A dare l’ok all’avvio delle misure scritte è stata la riunione dei Rappresentanti permanenti dei 27: nel mirino, oltre al nostro Paese, sono finiti anche Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia, secondo quanto rende noto la presidenza ungherese dell’Unione. Gli ambasciatori hanno inoltre deciso di utilizzare la procedura scritta anche sulla decisione secondo cui la Romania non ha adottato misure efficaci in risposta alla raccomandazione del Consiglio del 19 giugno 2021.

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