venerdì, Novembre 22, 2024

Viterbo, “Mezzo milione di euro investito in cultura”

La cultura è uno dei settori, insieme a sociale e centro storico, su cui si è articolata lamanovra di bilancio approvata nei giorni scorsi in consiglio comunale.

A spiegare la politica dell’amministrazione Frontini su questo ambito è il vicesindaco e assessore del ramo, Alfonso Antoniozzi. «Nell’anno corrente – dice – se togliamo dal computo il sostegno alle feste patronali , le spese per la Macchina di Santa Rosa e il contributo al Consorzio Biblioteche (che sono, di fatto, spese ricorrenti e che pure vanno ascritte nel bilancio del settore), tra stagioni teatrali invernale ed estiva, fondi del bando cultura, eventi in convenzione, sostegni diretti e indiretti alle iniziative superiamo tranquillamente il mezzo milione di euro. Ogni euro investito in cultura è bene investito». E a sostegno di questo, porta un esempio pratico. «Il solo Festival Barocco Stradella, che pure può essere considerato un evento di nicchia – dice – ha avuto una ricaduta economica verso artisti, professionisti, servizi e aziende viterbesi di poco meno di 58mila euro a fronte di un investimento di 22.500 euro da parte dell’Amministrazione».

Antoniozzi vorrebbe puntare su alcuni eventi culturali che siamo qualificanti piuttosto che “distribuire” risorse anche per sostenere iniziative minori. Da qui l’intenzione di passare dal bando per la cultura alle singole convenzioni. «Questa decisione – spiega – consentirebbe alle realtà in crescita, come pure a quelle realtà già adulte ma le cui disponibilità economiche e, per conseguenza, le cui capacità di programmazione sono in sofferenza perché in attesa, ogni anno, delle decisioni e dei tempi a volte biblici dei meccanismi amministrativi, di avere la certezza di un gruzzolo su cui contare e grazie al quale poter cominciare a immaginare una programmazione triennale e lungimirante. Il nostro regolamento è al momento particolarmente stringente – aggiunge l’assessore – chiede dieci anni di presenza sul territorio e almeno 30mila euro di investimento sull’evento per cui si chiede di essere messi in convenzione. Se il consiglio comunale sarà dell’opinione, mi piacerebbe allargarne un poco le maglie ovviamente immaginando una forma di contributo meno importante di quello riservato a chi, al momento, ottempera alle attuali condizioni regolamentari e altrettanto ovviamente subordinando la scelta dei destinatari degli eventuali contributi a una procedura di evidenza pubblica».«Il processo di candidatura, che è ancora in culla, è esso stesso motore che rema verso una direzione internazionale – dice Antoniozzi – Già oggi esistono sul territorio realtà culturali che interagiscono in maniera fruttuosa con altrettante realtà europee. Un nome per tutti? Quartieri dell’Arte. Non si deve però pensare che per aggiudicarsi il titolo bisogna dimostrare di essere una realtà che abbia già una dimensione internazionale, altrimenti Berlino sarebbe capitale europea della cultura a vita. L’istituzione premia invece il progetto più valido che remi verso questa direzione, e che lo faccia applicando una metodologia che metta in rete tutti gli agenti del territorio sia culturali che imprenditoriali che politici. E’ un progetto a tutto campo che non può, anzi non deve, essere gestito direttamente dall’Amministrazione ma da un soggetto terzo massimamente partecipato in cui l’Amministrazione dovrà certamente far la sua parte. Stiamo lavorando alla costituzione di questo soggetto». «Si va avanti, a piccolissimi passi – dice l’assessore Antoniozzi – restando in attesa di un cenno di vita da parte delle realtà imprenditoriali che pure già collaborano alla vita culturale della città. Mi auguro che credano nelle potenzialità del teatro Unione come moltiplicatore di cultura e di economia così come accade in ogni città che abbia avuto il coraggio di rendere il proprio teatro un centro produttivo».

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