Mentre l’Iran è scosso da forti tensioni interne ed esterne, nell’infuocato contesto della guerra nella Striscia di Gaza, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian oggi ha presentato al Parlamento i membri del suo nuovo governo. L’Assemblea consultiva, in persiano majles (parlamento), ha due settimane di tempo per approvare i nomi, tra cui spiccano quelli designati a capo dei dicasteri più delicati: Esteri, Interni e programma nucleare. Difficile che si arrivi a decisioni sulla rappresaglia contro Israele prima che avvenga l’insediamento. Il neo-presidente riformista succeduto all’ultraconservatore religioso Ebrahim Raisi, morto lo scorso maggio in un incidente aereo, ha proposto 19 membri tra cui ci sarebbe anche una donna e un diplomatico aperto all’Occidente. La cerimonia guidata dal presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf, è stata diffusa in diretta dalla televisione statale. L’assemblea preposta all’ok definitivo comincerà lunedì l’esame delle liste dei candidati per poi metterle ai voti sabato prossimo. Un voto di fiducia che in Iran viene confermato, ministro per ministro, e non sull’intero governo, anche perchè non esiste una carica di Primo Ministro. Bisogna ricordare che nella Repubblica sciita iraniana lo stesso presidente ha poteri limitati e che la principale linea politica e strategica del Paese è dettata dal religioso di più alto rango della teocrazia, ovvero la Guida suprema l’ayatollah Ali Khamenei, oggi 85enne.
Iran, nel nuovo governo di Pezeshkian c’è una donna e un ex-pasdaran agli Interni
