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mercoledì, Agosto 21, 2024

Mazzarino sulle antenne all’Olmetto: “Spuntano grazie al disinteresse del comune di Ladispoli”

Su sollecitazione di alcuni cittadini dell’Olmetto vogliamo riprendere un tema molto importante che ci sembra caduto nel dimenticatoio quello della antenne per telefonia mobile, in gergo Stazioni Radio Base. Prima di andare al sodo, un brevissimo promemoria sulla lottizzazione Olmetto che da oltre 15 anni viene vessata da amministrazioni comunali che la sfruttano facendo pagare tasse per categoria A7 (villino lusso) fregandosene poi di assicurare i servizi adeguati tranne quelli a pagamento. La lamentela è che da 15 anni la zona poteva essersi sviluppata mentre resta nel degrado finendo, “casualmente”, per deprezzare i terreni a favore di una prevedibile futura ulteriore speculazione cementizia. La recriminazione è che non esistano motivi perché sia ferma avendo una VAS chiusa e nulla impedisce di proseguire l’iter rispettando i vincoli per l’approvvigionamento idrico, lo smaltimento acque nere e la tutela del Parco di Palo che per altre zone di proposta speculativa vengono “stranamente” ignorati. Chi ci ha segnalato i fatti ha documentato di aver messo il Comune di fronte alle lacune procedimentali con un ricorso al TAR che però non blocca assolutamente alcuna azione per migliorare il territorio come viceversa lamenta il sindaco a mo’ di feticcio. Passiamo al punto. Una delle conseguenze di questo abbandono è una nuova moda che sta imperversando soprattutto in quell’area, ovvero la “coltivazione intensiva” delle antenne per le comunicazioni 5G. Una coltivazione molto redditizia, parliamo di molte migliaia di euro al mese, per chi acconsente a far installare sul suo lotto una antenna, sfruttando i cavilli di una legge che permette di infischiarsene dell’urbanistica e del paesaggio, ma anche delle possibili conseguenze sulla salute della gente. Qualcosa si potrebbe fare ma è in Consiglio Comunale, che delibera i regolamenti, che dovrebbero essere mediate le esigenze dei cittadini rispetto a leggi e sentenze. Il sindaco ha lamentato che “non è facile” ma lui e i tecnici sono pagati per questo e non solo per organizzare feste. Nel “Triangolo delle Bermuda” fra Parrocchia di Palo, via degli Abeti e via dei Ciliegi ne contiamo tre e potrebbe essere in pectore una quarta. Ma le considerazioni che faremo sono valide per tutta Ladispoli anche se in quella zona è più visibile visto l’impatto territoriale ed il totale menefreghismo verso i residenti. Proceduralmente la legge permette di installare le antenne con un procedimento facilitato nella Conferenza Servizi fra le varie amministrazioni che prevede il silenzio assenso che, manco a dirlo, regolarmente arriva da parte delle amministrazioni che se la suonano e se la cantano, rare eccezioni per i militari che pongono i paletti utili per il loro lavoro. Un silenzio assenso che è pateticamente quasi automatico quando fai ad arte convocazioni che si chiudono in Agosto come nell’ultimo caso in via degli Abeti e nonostante il Consiglio di Stato abbia sancito alcuni criteri anche in merito al silenzio/assenso (Sezione Sesta), sentenza n. 11203 del 27 dicembre 2023 oltre che al diritto dei terzi. Teoricamente si può fare opposizione ma, oltre ai costi la legge è lacunosa e viene sfruttata nei cavilli, così per fare opposizione devi prima fare accesso agli atti. Su via dei Ciliegi è accaduto e la cosa da quel che ci è stato raccontato ha generato un contenzioso. Quindi si chiederà cosa si obietti all’amministrazione. Ebbene, cominciamo con il dire che la legge 36/2001 affida ai comuni il compito di “individuare le localizzazioni più idonee tenendo conto della distribuzione della popolazione sul territorio e dell’impatto ambientale”. Non a caso la Regione Lazio con L.R. 19/2022 art. 9 co8 e 9 dava 90gg ai comuni per “localizzazione impianti telefonia mobile individuare:

✓ i siti maggiormente idonei per la localizzazione di nuovi impianti di telefonia mobile e per la delocalizzazione di quelli esistenti

✓ i siti sensibili al fine di assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telefonia mobile e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, anche modificando o integrando gli strumenti di programmazione urbanistica”. Quindi cominciamo a dire che da Marzo 2023 il Comune di Ladispoli è inadempiente rispetto a quanto regolamentato dalla Regione Lazio su un argomento inerente la salute dei cittadini. Ma non è una distrazione o il solito mero errore materiale perché nel Consiglio Comunale del 20 Luglio 2023, in una mozione del consigliere Trani, questi punti venivano rappresentati e tutti si erano espressi per la revisione dei Regolamenti e la predisposizione del Piano Antenne. Non essendo stato portato avanti dall’amministrazione nulla di tutto ciò viene il legittimo sospetto che si voglia continuare a far finta di nulla soprattutto perché laddove invece si è proceduto (leggi Cerveteri) i cittadini e la Sindaca qualche seppur modesto risultato lo hanno ottenuto. Nella pratica ogni fornitore desidera installare una propria antenna adducendo scuse tecniche ma sostanzialmente per non condividere con altri i propri ricavi, come anche evita di proporre soluzioni che riducano l’impatto visivo o aumentino il monitoraggio, ma ci sta essendo per loro questione di soldi contrapposta alla salute degli altri. Sono molti i problemi che si potrebbero discutere come il fatto che le potenze siano state aumentate ma la conseguenza prevista era che diminuissero le antenne mentre Ladispoli ha quasi un record di antenne a giudicare dalle mappe dei fornitori e sarebbe utile discuterle per capire l’effettiva necessità di tante antenne come anche della duplicazione rispetto a vecchie antenne di tecnologia precedente. Da ultimo citiamo l’aspetto sicurezza, tanto decantato, ma sempre quando l’impatto è sugli altri piazzandogli pali da 35mt e una decina di antenne sopra casa o a confine. E vero che non esistono studi che dimostrino la pericolosità di queste onde radio ma lo si diceva anche del D.D.T. o dell’amianto, ma dei dubbi che possano avere influenze ci sono e non lo diciamo noi o un sito complottista ma la Comunità Europea (Healt impact of 5G EPRS_STU(2021)690012_EN.pdf (europa.eu) ) che analizza le varie frequenze e scrive fra l’altro frasi che, senza allarmismi, suggeriscono che vada ancora considerata una certa prudenza perché non riescono ad escludere pericolosità. Frasi come: “L’evidenza della cancerogenicità delle radiazioni a radiofrequenza nell’uomo è limitata. A partire dal 2011 sono state nuovamente osservate associazioni positive tra l’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza dei telefoni senza fili e il glioma e il neuroma acustico, ma l’evidenza non è ancora sufficientemente forte per stabilire una relazione diretta” o anche “FR1 (da 450 a 6000 MHz): Come sintesi di quanto siamo riusciti ad analizzare nella letteratura scientifica disponibile, sia negli studi sull’uomo che sugli animali, possiamo affermare che l’esposizione a RF-EMF alle frequenze FR1 letteratura scientifica disponibile, sia negli studi sull’uomo che sugli animali, possiamo affermare che l’esposizione a RF-EMF a frequenze FR1 probabilmente causano il cancro, in particolare gliomi e neuromi acustici nell’uomo. FR2 (da 24 a 100 GHz): Non sono stati condotti studi adeguati sugli effetti non termici delle frequenze più elevate. frequenze più elevate”. Per finire con “FR1 (da 450 a 6000 MHz): Queste frequenze influenzano chiaramente la fertilità maschile. Queste frequenze possono influiscono sulla fertilità femminile. Possono avere effetti negativi sullo sviluppo di embrioni, feti e neonati. e neonati. FR2 (da 24 a 100 GHz): Non sono stati condotti studi adeguati sugli effetti non termici delle frequenze più elevate. (Tradotto con Deepl versione gratuita). Ovviamente ciò vuole generare allarmismo ed è abbastanza generico ma porta a dire che il problema non ha ancora una soluzione certa e deve essere affrontato e non lasciato al desiderio degli operatori e dei proprietari dei terreni i quali puntano solo al massimo profitto con il minimo costo. Non solo ma sempre più spesso ci sono sentenze di Consiglio di Stato che danno ai cittadini un minimo di tutela per colmare lacune evidenti fra la legge e le nuove tecnologie. La sede in cui discutere il Piano Antenne è il Consiglio Comunale, in forma trasparente verso i cittadini dando loro modo di valutare e se del caso opporsi, come anche la Regione ha giustamente imposto ma il Comune di Ladispoli non rispettato fra l’altro i propri regolamenti, non ultimo quello Urbanistico già di suo obsoleto e carente. E’ quindi ragionevole sospettare che se il punto è stato lasciato dal sindaco deliberatamente insoluto da oltre un anno e mai discusso sia perché nel frattempo si è permessa la “coltivazione” selvaggia delle antenne, ben fruttuosa per persone specifiche che in quelle zone non abitano ma le impongono sulla testa di altri e facendo con la propria amministrazione da scudo invece che da facilitatori rispettosi dell’Istituzione. “Sono le scelte che prenderete oggi a determinare il futuro di coloro che vi succederanno” Rinaldo Sidoli.

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