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giovedì, Agosto 22, 2024

Deposito Eni inquina la falda, pozzi Acea a rischio: seconda fumata nera

Pomezia, il deposito Eni inquina la falda con dispersioni di carburante certificate da vari Enti pubblici, ma dopo 7 mesi dalle prime verifiche, che risalgono a febbraio scorso, tutto resta immutato: il campo pozzi ad uso potabile Acea ‘Laurentina’ che serve due comuni, Pomezia e Ardea, è ancora a rischio inquinamento, con tutti i rischi igienico-sanitari che si possono anche solo immaginare: seconda fumata nera in Comune.
Per la seconda volta in pochi mesi, quindi, il progetto di risanamento ambientale proposto da Eni per affrontare e risolvere definitivamente la dispersione di carburante dal deposito di Santa Palomba che inquina terra e falde idriche è stato respinto. Dopo il primo rifiuto ricevuto a febbraio, anche la recente Conferenza di Servizi, il tavolo tecnico che dovrebbe risolvere il caso, ha emesso un nuovo e secondo parere negativo al piano presentato dalla multinazionale energetica di Stato. Dopo la bocciatura di febbraio, il nuovo e secondo progetto di risanamento Eni è stato oggetto di un nuovo e secondo nel corso della Conferenza di Servizi del 1 agosto 2024 a Pomezia. L’Arpa Lazio, la Città Metropolitana di Roma e il Comune di Pomezia hanno espresso pareri negativi, sottolineando la necessità di modifiche sostanziali al documento presentato da Eni. Questi pareri, formalizzati nei rispettivi atti protocollati tra il 15 e il 22 luglio, sono stati considerati non superabili, portando alla determinazione finale di esito negativo della Conferenza. Il Comune di Pomezia ha comunicato ufficialmente la decisione ad Eni ed agli altri Enti pubblici. Evidenziando che il progetto dovrà essere rivisto e aggiornato. In conformità con i pareri espressi dagli enti preposti. La decisione è stata trasmessa in forma telematica a tutte le amministrazioni partecipanti, oltre che alla stessa Eni. Per il momento, quindi, il piano di risanamento rimane bloccato, con l’obbligo per Eni di ripresentare una proposta più adeguata alle richieste delle autorità competenti, che tuteli in modo efficace l’ambiente e la salute pubblica. Eventi del genere, ossia dispersioni di carburante nel terreno, erano già accaduti in passato. In particolare la recente ed ennesima dispersione di benzina ha avuto luogo a febbraio scorso. Ha riguardato un punto di una tubazione in ingresso al serbatoio TK6 presso il grande deposito pometino di via della Zoologia n. 1. Tra l’altro, il Piano di bonifica proposto dalla stessa società Eni agli Enti pubblici era già stato bocciato sonoramente da Arpa Lazio (l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale) e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale a febbraio.

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