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sabato, Agosto 31, 2024

Artificieri a San Gordiano per un allarme bomba

Allarme bomba a Civitavecchia, rientrato solo dopo l’intervento degli artificieri della Polizia. Ci sono volute tre ore di lavoro per scoprire che si trattava di un’auto forse oggetto di tentativo di furto dalla quale è scaturito un ticchettio che ha generato la preoccupazione. Preoccupazione acuita dal luogo: infatti la vettura era in sosta proprio davanti casa del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino, già oggetto di “attenzioni” simili in passato. Intorno alle 10.30 la segnalazione in via del Tiro a Segno, a pochi passi da parco Yuri Spigarelli a San Gordiano. Gli agenti del Commissariato si sono portati sul posto avvertendo gli abitanti: «Restate in casa per sicurezza, non uscite», l’avviso recapitato dai poliziotti che poi hanno messo in sicurezza la zona nell’attesa dell’arrivo degli specialisti da Roma, con pattuglie dei Carabinieri a supporto. Quindi è toccato agli Artificieri accertare che non ci fosse pericolo. È stato usato un robot cingolato che ha testato come non ci fossero pericoli immediati di esplosione, controllato a distanza tramite comandi e un monitor e poi è andato uno specialista vicino alla macchina a ispezionarla. Ricoperto da tuta e protezioni a placche – peraltro indossate con un caldo non indifferente – ha aperto sportelli e cofano accertando la sicurezza della situazione. Infine è toccato ai cani antiesplosivo andare a effettuare l’ultimo passaggio per dare il via libera alla riapertura della strada. Gli occhi dei curiosi che si sono assiepati vicino ai blocchi sono stati attirati dal labrador nero che ha effettuato la ricognizione. Preoccupata la proprietaria della Renault Clio bianca che ha attirato le attenzioni di Polizia e artificieri. Infatti sembra che dopo averla lasciata lì la sera prima, sia stata oggetto di attenzioni da parte dei ladri che hanno manomesso la batteria. A detta della proprietaria, la manomissione potrebbe essere all’origine del ticchettio che ha generato l’allarme. In ogni caso, c’è un’indagine in corso da parte degli uomini del dottor Luca Pipitone per capire meglio come si siano svolti i fatti. Due anni fa, a pochi passi dallo stesso posto, venne ritrovato un tubo con un potenziale esplosivo.

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