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domenica, Ottobre 6, 2024

Lazio-Milan 2-2: Leao dalla panchina salva Fonseca all’Olimpico

Lazio-Milan si fermano sul 2-2 nella terza giornata di Serie A. All’Olimpico, Baroni e Fonseca pur cambiando le carte in tavola non hanno trovato le risposte desiderate, ma soprattutto i tre punti in una sfida ricca di occasioni da gol. Milan avanti all’8 con il primo gol italiano di Pavlovic ma ribaltato nella ripresa nel giro di quattro minuti dalle reti di Castellanos e Dia. A quel punto Fonseca ha mandato in campo Hernandez e Leao trovando il pareggio con il portoghese nel giro di trenta secondi.

LA PARTITA

Un punto ciascuno solitamente non fa male a nessuno, ma non è questo il caso. La Lazio, fischiatissima e in svantaggio all’intervallo ma quasi osannata per la reazione nella ripresa, e il Milan, che come unica certezza al momento ha i due gol subiti a partita, escono dall’1-1 dell’Olimpico con tanta, troppa confusione pur essendo ancora nel mese di agosto. Baroni e Fonseca hanno iniziato un lavoro nuovo in estate, va sempre ricordato, ma le prime tre giornate di campionato e i continui cambi di formazione dimostrano una confusione che bene non può fare al gruppo, meno ancora considerando che buona parte dei giocatori ora si sparpaglierà per il mondo con le proprie nazionali. Fonseca scegliendo di lasciare in panchina Hernandez e Leao si è esposto a critiche, mostrando forse coraggio e sorprendendo la Lazio nel primo tempo, senza però trasformare la buona prima frazione in certezze e crollando, nuovamente, sia dal punto di vista tattico che da quello fisico nella ripresa. Baroni invece ha trovato qualche consapevolezza in più, ma alla luce della ripresa giocata dai suoi uomini con un piccolo accorgimento tattico, si può parlare di un primo tempo gettato all’ortiche. Insomma, alla prima sosta per le nazionale i problemi e gli allarmi sono ben più evidenti del progetto e delle qualità.

Partiamo dal Milan che, classifica alla mano, è quella messa peggio. Alzi la mano chi ha capito al volo come ha giocato la squadra rossonera all’Olimpico a partire dall’assenza dell’asse di sinistra, storicamente il punto forte (e a tratti quello debole se non supportati dalla condizione fisica) della squadra. Okafor centravanti, anzi Pulisic, anzi tutti e due con Terracciano libero di inserire e aprire spazi per gli esterni, senza però avere una presenza importante in area. Non è un caso che il gol sia arrivato da calcio d’angolo e poco altro, con un primo tempo comunque controllato dopo l’inizio traballante con un palleggio tecnico agevolata da una Lazio in bambola. Complicità evidenziata dai cambi di Baroni e dall’atteggiamento decisamente più aggressivo nella ripresa dei biancocelesti che hanno impiegato molto poco per spostare la contesa nella metà campo rossonera, provando e riprovando ad aprire la cassaforte fino a sfondarla nel giro di quattro minuti e approfittando anche di errori banali in uscita dei centrocampisti di Fonseca. La rimonta subita ha portato all’all-in successivo fino al 2-2 e quasi al colpaccio al 95′ con Abraham, ma se a Houston ci sono problemi a Milanello… E la Lazio? I ragazzi di Baroni sono passati dall’essere fischiatissimi al rientro per l’intervallo a trascinare il pubblico nella rimonta con un secondo tempo incredibile per aggressività, attitudine, idee. E allora qual è la versione corretta? Nel secondo tempo spostando la posizione di Guendouzi e dando vivacità alla fascia con Isaksen coperto da Marusic, Baroni ha rivoltato la gara. Al resto hanno pensato i giocatori offensivi con Tavares abile e preciso negli assist per i gol fotocopia di Castellanos e Dia, frutto di una pressione costante e importante sull’avversario, impaurito da se stesso e dai propri fantasmi ancora prima che dal pressing. Non è arrivata la vittoria, ma a differenza del collega Baroni può almeno tornare a casa con qualche risposta in più, che non sarà abbastanza ma è già qualcosa.

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