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martedì, Settembre 3, 2024

Strage Paderno, pm: “Nessun movente, il ragazzo ha parlato di malessere”. I nonni: “Pena e compassione per lui”

“Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente valido. Dal punto di vista sociologico e psicologico ovviamente sono aperte le indagini. Anche il 17enne non si dà una spiegazione”. Lo ha detto il pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, sulla strage familiare avvenuta nella notte tra sabato e domenica a Paderno Dugnano (Milano), per la quale è stato arrestato un 17enne. “Ha parlato di un suo ‘malessere’ da qualche giorno, un pensiero di uccidere, ma non legato alla famiglia”, ha aggiunto. I nonni del ragazzo hanno manifestato “molta pena e compassione” nei confronti del nipote. “È molto lucido, sa che quello che ha fatto è irreversibile” “Ha capito che non può tornare indietro, è molto lucido su questo, sa che quello che ha fatto è irreversibile”, ha spiegato il pm. “Ha parlato di un malessere suo, non collegato alla famiglia, era un pensiero che aveva da qualche giorno, non collegato a un impeto”, ha aggiunto.
“Il padre è stato colpito mentre soccorreva il figlio” Il procuratore ha poi parlato della dinamica degli omicidi. “Il 17enne ha aggredito il fratello mentre dormiva – ha osservato -, ma in qualche modo si è svegliato e ha fatto svegliare a sua volta i genitori. Quando sono arrivati prima ha colpito la madre e poi quando la madre si è accasciata, ha colpito il padre, di spalle, mentre prestava soccorso al figlio minore”.
Cosa viene contestato al 17enne di Paderno Dugnano Sui reati contestati il magistrato ha evidenziato: “Al momento il ragazzo si trova nel Centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria di Milano. Gli viene contestato l’omicidio aggravato dalla premeditazione (per essersi prima recato in cucina a prendere il coltello), dall’aver ucciso una vittima minore, dai legami familiari delle persone uccise e dall’avere agito mentre dormivano”.
Nonni disponibili a incontrare il nipote I nonni del 17enne si sarebbero detti disponibili a incontrarlo, anche se questo non sarà possibile prima dell’udienza di convalida dell’arresto. Gli inquirenti hanno spiegato che “la famiglia sta facendo quadrato attorno al ragazzo” e hanno chiarito che lui, dopo la prima versione, si è deciso a confessare anche dopo aver parlato coi “parenti e col suo legale”.
“C’è un malessere importante nei giovani” Il pm Sabrina Ditaranto analizzando il caso del 17enne ha posto i riflettori sul malessere giovanile sempre più manifesto nella società di oggi. “Il mio è ovviamente un osservatorio privilegiato, ma patologico, però osservo che i giovani manifestano spesso un malessere importante soprattutto negli aspetti che riguardano la socialità, c’è in aumento questa cosa. E poi c’è da dire che non possono accedere autonomamente a un consulto psicologico, senza l’aiuto dei genitori. Questo può diventare un problema”, ha sottolineato.
Il 17enne non aveva espresso alcun disagio nei giorni precedenti agli omicidi Il 17enne arrestato non aveva espresso alcun disagio particolare nei giorni precedenti agli omicidi, o durante la festa di compleanno del padre alla quale aveva partecipato proprio la sera prima. Aveva preso per la prima volta una materia a settembre ma il suo “malessere interiore” che lo faceva pensare all’omicidio, “all’uccidere in generale”, non troverebbe spiegazione in questo esame, che non ha fatto in tempo a dare. “Ultimamente sentiva musica molto triste – ha detto la Ditaranto – e, contrariamente a una carriera scolastica brillante, l’anno trascorso aveva preso una materia a settembre, matematica. Ma anche questo particolare, a suo dire, non sarebbe stato prevalente nel suo disagio generale”. Per capirlo meglio, oltre ai colloqui psicologici previsti dall’ordinamento penale per i minorenni, gli investigatori scaveranno tra i suoi dispositivi elettronici, i suoi giochi e le sue chat.

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