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mercoledì, Settembre 4, 2024

Ancora un’aggressione al prete anti-spaccio: “Non mi arrendo”

“Non mi fermeranno, tornerò in strada”. Lo aveva promesso un anno fa, dopo l’agguato a Tor Bella Monaca, e domenica 1° settembre don Antonio Coluccia, il prete anti-spaccio, ha riportato la sua voce al corteo per la legalità. Questa volta l’appuntamento era al Quarticciolo, quartiere complicato alla periferia est di Roma. Ma anche questa volta, come ad agosto 2023, il sacerdote è stato vittima dell’ennesima aggressione, prima con insulti e minacce (“Non ti vogliamo – gridavano alcuini residenti dai balconi -, se torni ti ammazziamo”, poi con una sassaiola. A scongiurare il peggio sono stati gli uomini della scorta che hanno portato via don Coluccia proteggendolo dalla pioggia di oggetti. “Non mi arrendo”, ha poi assicurato il sacertode antimafia. Solidarietà bipartisan gli è stata espressa dal mondo politico e dal governo. “La violenta aggressione subita a Roma, nel quartiere Quarticciolo dove era in corso un corteo per la legalità, è quanto di più vigliacco possa esserci”, ha commentato il premier Giorgia Meloni. “Armato” dei soliti megafono e fischietto, don Coluccia aveva organizzato un corteo di “presidio e disturbo” con i residenti del Quarticciolo contro il dilagare dello spaccio. Ma la situazione è presto degenerata quando dalle finestre qualcuno ha urlato contro il sacerdote paragonandolo a Tommaso Buscetta, uno dei primi boss mafiosi a collaborare con la giustizia. “Non ti vogliamo – hanno strillato dai balconi -, se torni ti ammazziamo”.
Alle minacce, però, è seguito un fitto lancio di oggetti che ha costretto gli uomini della scorta a far allontanare don Coluccia dalla strada. “Non mi arrendo – sono state le sue parole, ancora una volta -. Continuerò a dare speranza ai cittadini che vivono in questi contesti difficili”. La solidarietà al parroco antimafia è arrivata da tutto il mondo politico, governo in testa. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, hanno telefonato a don Coluccia. Rocca che ha anche chiesto all’Ater un censimento delle case popolari occupate abusivamente nel quartiere “per poter accelerare gli sgomberi”. Lo scorso anno, quando un pregiudicato tentò di investire il sacerdote proprio durante un corteo a Tor Bella Monaca, il premier Meloni incontrò a palazzo Chigi don Coluccia, non solo per esprimergli vicinanza, ma anche per ribadire l’impegno del governo nel contrasto alla criminalità nelle zone più ‘calde’ della Capitale.

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