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venerdì, Settembre 6, 2024

Strage di Paderno, il gip convalida l’arresto per il 17enne: “Ferocia e premeditazione, è pericoloso”

Il gip di Milano ha convalidato l’arresto del 17enne autore della strage familiare di Paderno Dugnano. La difesa del ragazzo aveva chiesto al giudice che lo ha interrogato nel carcere Beccaria, di trasferire il ragazzo in una comunità. Il gip ha invece ordinato di tenere il 17enne al Beccaria di Milano. Lo stesso magistrato ha però tenuto aperta la possibilità di un trasferimento verso altri istituti penitenziari minorili. Nel suo dispositivo la giudice parla di “singolare ferocia e accanimento nei confronti delle vittime”, ma anche di “preordinazione dei mezzi” e di “propensione a cambiare e ‘aggiustare’ la versione dei fatti”. Nella stessa udienza è stato anche conferito l’incarico al medico legale per le autopsie, che dovrebbero essere effettuate venerdì. Parla di “singolare ferocia e accanimento nei confronti delle vittime”, ma anche di “preordinazione dei mezzi” e di “propensione a cambiare e ‘aggiustare’ la versione dei fatti”, la gip per i minori di Milano che ha disposto la custodia in carcere minorile per il 17enne che ha compiuto la strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, e accusato di triplice omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Premeditazione riconosciuta dalla gip Pietrasanta. La giudice evidenzia anche la “pericolosità sociale” del ragazzo e la sua “incapacità” a “controllare i propri impulsi”.
Il 17enne: “Mi chiedevano, cosa fai con l’arma in mano?” “Loro sicuramente mi hanno parlato chiedendomi cosa fosse successo e perché avessi l’arma in mano. Io però non ricordo se li ho colpiti anche in camera loro”. E’ la ricostruzione della strage di Paderno Dugnano fatta dal 17enne al gip. “I miei genitori sono stati svegliati dalle urla di mio fratello”, ha spiegato il giovane. Nella ricostruzione del triplice omicidio il ragazzo dice anche di aver poi chiuso gli occhi ai familiari “forse per pietà”. Ha chiarito che per il suo malessere “volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”.
“I miei si preoccupavano, dicevo che andava tutto bene” “E’ da quest’estate che sto male, ma già negli anni scorsi mi sentivo distaccato dagli altri. Forse il debito in matematica può avere influito. Ogni tanto i miei genitori mi chiedevano se c’era qualcosa che non andava perché mi vedevano silenzioso, ma io dicevo che andava tutto bene”. Prosegue così il racconto dell’autore della strage familiare di Paderno Dugnano. “Percepivo gli altri come meno intelligenti – ha aggiunto il ragazzo – e spesso non mi trovavo bene in certi ragionamenti o ritenevo che si occupassero e preoccupassero di cose inutili”. Il nonno materno ha raccontato, come si legge negli atti, che il ragazzo, dopo il triplice omicidio, gli ha detto che l’aveva fatto perché voleva “lasciare i beni materiali” e che lui aveva inteso che voleva “staccarsi dai genitori”. Gli aveva chiesto pure perché se la fosse presa anche col fratello di 12 anni, fino ad ucciderlo, e il 17enne ha risposto: “non sarei riuscito ad abbandonarlo”.
Dagli atti, infatti, emerge più volte che il ragazzo aveva individuato anche, a suo dire, come una delle “soluzioni” per risolvere il suo malessere quella di andarsene di casa, magari anche in Ucraina, ma che poi non l’aveva ritenuta efficace per raggiungere il suo “scopo”. Nelle relazioni degli esperti che si sono occupati di lui in questi giorni con diversi colloqui, inoltre, lo stesso giovane ha detto che lui pensava spesso “alle guerre e mi commuovevo pensando a queste situazioni”, mentre “questo non lo vedevo in amici e familiari”.

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