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giovedì, Settembre 12, 2024

Strage in famiglia: il 17enne pluriomicida vedrà i nonni. Oggi i funerali. “Vivevo un’angoscia esistenziale”

“Voglio vedere il nonno. Mai avrei pensato di poter arrivare a uccidere, so che non posso tornare indietro”. Sono le parole con cui il 17enne di Paderno Dugnano, accusato di aver sterminato la sua famiglia, si è rivolto al suo difensore, l’avvocato Amedeo Rizza. “Abbiamo fatto un primo colloquio dove ha ripercorso quello che ha detto a carabinieri e pm, in un’ora avrà pianto 4, 5 volte”, ha spiegato il legale del ragazzo che ha aggiunto “Il perché rimane un punto di domanda, parla di un suo disagio generico”. “Provo dolore, pentimento, vorrei tornare indietro”, ripete anche al suo legale il ragazzo, che ha ucciso con 68 coltellate il padre, la madre e il fratello di 12anni. E davanti ai pm prova stavolta a fornire in qualche modo una spiegazione, che manca, parlando di una sorta di atto di “emancipazione”. Ieri il giovane è stato interrogato per la seconda volta per un paio d’ore. Gli inquirenti hanno voluto da lui dettagli e precisazioni soprattutto sulla dinamica del triplice omicidio, sul modo in cui, dopo aver atteso che si addormentassero, ha prima infierito sul fratello, che dormiva in camera con lui, e poi in successione ha accoltellato mamma e papà che erano arrivati in soccorso. È riuscito con freddezza ad ammazzare i due genitori, che arrivati in stanza non riuscivano a credere che fosse il figlio, descritto da tutti come un bravo ragazzo senza problemi, il responsabile dell’incubo che stavano vivendo. “Provavo un disagio, un’angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a ucciderli, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo”, ha detto, in sostanza, all’avvocato di fiducia Amedeo Rizza. Secondo gli inquirenti, il giovane avrebbe calcolato orari e spostamenti nell’abitazione, dopo la festa in casa per il compleanno del padre, per attuare la strage versol’1.55 della notte tra sabato e domenica. Di fronte alla domande sul “perché”, sul movente, il ragazzo avrebbe fornito un quadro più preciso del suo disagio, che lo portava a voler essere “libero” anche dalla famiglia, senza “imputare” ai genitori e al fratello fatti specifici. Voleva emanciparsi da loro – è questo il senso delle nuove dichiarazioni – si sentiva soffocare e per questo li avrebbe uccisi.

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